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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2010 alle ore 18:45.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2010 alle ore 15:44.
L'Egea è una casa discografica italiana che dopo essere stata a lungo produttrice apprezzata di cd jazz, popular e folk music, ha iniziato anche a distribuirli con meritato successo. Nel 2008 ha intrapreso una produzione nuova e ambiziosa: una serie di cinque album del violoncellista veneto Mario Brunello, uno dei migliori del mondo.
Uno dopo l'altro ha pubblicato Odusia (Odissea), un immaginario viaggio musicale nella cultura più remota del Mediterraneo, «riletta ovviamente in forma colta e moderna»; e poi sei Concerti per violoncello di Antonio Vivaldi; la Sonata per violoncello e pianoforte in Fa maggiore di Guillaume Lekeu accoppiata con la Sonata per Arpeggione e pianoforte in La minore di Franz Schubert, entrambe con la collaborazione di Andrea Lucchesini al pianoforte; un cd intitolato Violoncello and S. che contiene musiche di Peter Sculthorpe, Giovanni Sòllima e Giacinto Scelsi; e infine, fresco di stampa, un box di tre cd con le sei Suites a violoncello solo senza basso di Johann Sebastian Bach. Confesso di non sapere con esattezza quanti siano i cd e i box che propongono Mario Brunello come protagonista. Ma mi sia consentito di citare, per preferenza personale, una prima interpretazione delle sei Suites bachiane che Brunello licenziò quindici anni or sono, e un cd del 1997 dove il violoncellista si presenta in veste di direttore dell'Orchestra d'Archi Italiana. Qui, oltre al Concerto in Re per archi di Igor Stravinskij e a Langsamer Satz di Anton Webern, si ascolta una pregevole interpretazione della divina Verklaerte Nacht di Arnold Schoenberg, preceduta (fatto forse unico e quanto mai opportuno) dalla recita in tedesco, eseguita da Marcel Schmid, della poesia di Richard Dehmel che ispirò la musica. Ricordo che Diego Valeri, nel 1955, la tradusse in modo impareggiabile per un concerto degli Amici della Musica di Padova dedicato a Schoenberg.
La "nuove" Suites bachiane di Brunello sono impressionanti. La Egea le definisce magistrali, rivoluzionarie e rigorose nello stesso tempo. Brunello parla a sua volta di solitudine intimidatoria, cioè di una immagine delle sei Suites per violoncello solo di Bach capace di mettere in evidenza una verità che si manifesta ad ogni esecuzione sia nell'interprete, sia nell'ascoltatore (la sottolineatura è mia: e mi perdoni il maestro se, nelle righe che seguono, rubo le sue parole perché è difficile esprimersi meglio). Ci sono in lui – che lo afferma chiaramente – il ricordo continuo e l'influenza delle interpretazioni bachiane che ha fatto tra le montagne del Trentino per il festival estivo I Suoni delle Dolomiti. Dice: «Ho portato molte volte la musica di Bach in luoghi dove questa solitudine intimidatoria è non solo una sensazione, ma una presenza (…). Questo è il concetto che mi ha portato a rileggere e ad arrivare a una nuova registrazione delle Suites (…). L'esperienza del suonare Bach per pochi e in luoghi inusuali mi ha fatto ripensare a una possibile esperienza di ascolto – pur parlando qui di riproduzione – che provasse ad escludere il fatto di essere "davanti" all'esecutore, bensì "insieme" all'esecutore». Perfetto.