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Cultura-Domenica Teatro e danza

Al Napoli Teatro Festival il meglio della drammaturgia europea

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2010 alle ore 19:49.
L'ultima modifica è del 18 maggio 2010 alle ore 13:19.

Dal 4 al 27 giugno torna il Napoli Teatro Festival. Il programma anche quest’anno è ambizioso. E farà nuovamente di Napoli una città-palcoscenico dalla vocazione artistica e produttiva. Il clamoroso e crescente successo delle scorse edizioni del NTFI, è dovuto ad una formula, ideata dal direttore artistico e organizzativo Renato Quaglia, che promuove il valore e la ricchezza del meticciato culturale; vara progettualità internazionali; commissiona testi originali e spettacoli site-specific, utilizza, oltre a teatri storici e off, architetture e luoghi insoliti della città; invita in residenza artisti di diverse tendenze espressive. Insomma, offre un variegato pacchetto spettacolare che catalizzerà, ancora una volta l’attenzione della scena teatrale internazionale.

Per quasi un mese.In questa edizione sarà messa alla prova la nostra resistenza fisica. E la cognizione del tempo. Quello necessario per raccontare storie importanti, per ascoltare parole di senso, per vivere fino in fondo rappresentazioni coinvolgenti. Come quella di 12 ore per “I Demoni” di Dostoevskij che il regista tedesco Peter Stein rimetterà in scena dopo il clamoroso debutto dello scorso anno nel suo Borgo di San Pancrazio, in Umbria. Pubblico e attori insieme per un giorno intero, pranzo e cena compresi. Un’esperienza indimenticabile, artistica e umana, che il vostro cronista ha già vissuto. E che consiglia di non perdere.


Ma non sarà l’unico spettacolo di lunga durata previsto nella terza edizione del Festival.  La trasposizione di un’altro grande romanzo russo, “Delitto e castigo”, firmato da Gaetano Ventriglia e Silvia Garbuggino, avrà la durata di due giorni. Da trascorrere nei Quartieri Spagnoli, magari dormendo in un albergo di quei vicoli che possono ricordare quelli della San Pietroburgo di Dostoevskij. Di “solo” 9 ore sarà invece lo spettacolo del canadese Robert Lepage che metterà la tecnologia al servizio del teatro. Con “Lipsynch” (“cantare in playback”) il drammaturgo, attore e regista canadese, racconterà nove storie tra loro intrecciate, con 9 protagonisti cantanti.


Anche i tempi canonici della messinscena saranno dilatati fuori misura sia per brevità che per ribaltamento di codici. Strizza l’occhio al modello televisivo la prima soap-opera teatrale dell’argentino Rafael Spregelburd e firmata da Manuela Cherubini: uno spettacolo a puntate di un’ora ogni giorno, per venti giorni, che coinvolgerà più di cento personaggi. Sarà spiazzante, per tempi e luoghi, per commistione tra finzione e realtà, “L’attesa”, spettacolo con cui, aspettando il proprio turno, ci trasformeremo in voyeur delle vite altrui. Senza preavviso, cinque compagnie teatrali interpreteranno in luoghi diversi, delle brevissime pièce scritte appositamente da 10 noti autori. Un altro progetto sperimentale di cinemateatro televisivo è “Napoli non si misura con la mente”, di Serena Sinigaglia su testo di Manlio Santanelli.

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Tags Correlati: Alessandro Magno | Dimitri De Perrot | Matthias Langhoff | Ming | Musica | Napoli | Öper Öpis | Petraio | Pier Paolo Pasolini | Real | Renato Quaglia | Rodrigo Pardo | Salvatore Tramacere

 

Nei 23 luoghi della città coinvolti, con l’apertura per la prima volta dell’ex Birreria di Miano, del Dormitorio pubblico, del Real Orto Botanico e delle scale del Petraio, altri temi s’intrecceranno: come quello sul calcio, e sui vincitori e sui vinti della storia. Il regista bosniaco Haris Pasovic insieme al coreografo Koen Augustijnen, celebreranno il gioco più bello del mondo con “Football, football”, una coproduzione internazionale che porterà il Festival a Johannesburg durante i Mondiali di Calcio. Roberto De Simone darà vita ad una cantata per grande banda e voci maschili con “El Diego – Concerto n.10, musica d’autore per goal e orchestra”, partitura eseguita dall’Orchestra del Teatro di San Carlo e accompagnata dalle immagini di Maradona su un mega schermo. Sugli interrogativi se a scrivere la storia sono solo i vincitori o anche i vinti si svilupperanno altri spettacoli e attività del Festival. Come Matthias Langhoff che con “Cabaret-Hamlet” rivisita il classico shakespeariano dando alla vendetta i toni di una farsa; o il regista francese Michel Didym con le ultime ore di vita di Alessandro Magno. Sono artisti nordafricani e mediorientali immigrati in Italia, di prima e seconda generazione, i componenti dello spettacolo della Compagnia Teatrale Europea, creata nel 2008, e affidati al giovanissimo regista inglese Alexander Zeldin, che faranno di “Romeo and Juliet” una tragedia multietnica e poliglotta pervasa da contrapposizioni tra padri e figli, europei e immigrati.

L’uso delle immagini, della tecnologia e del 3D è un altro degli elementi del programma del Festival: dalla videoinstallazione “Devo partire. Domani” di Ming Wong che riscrive in chiave postmoderna “Teorema” di Pier Paolo Pasolini; a “L’uomo che Dava da Bere alle Farfalle” della Compagnia cilena TeatroCinema. Fa uso del video anche Lisa Ferlazzo Natoli in “Ascesa e rovina della città di Mahagonny, var. 1 Passaggio a Napoli” spettacolo ispirato alla “città senz’anima” ideata da Brecht; mentre il giovane napoletano Benedetto Sicca, userà le più sofisticate tecniche del 3D per “Les Adieux” opera prima di Arianna Giorgia Bonazzi. Tra le altre presenze Jorge Lavelli che adatta “El Avaro” di Moliére all’epoca della grave crisi economica mondiale;  Alessandro Gassman con “Immanuel Kant” di Thomas Bernhard , testo mai presentato in Italia; il visionario regista e drammaturgo spagnolo Gustavo Tambascio con “Frankenstein” dal romanzo di Mary Shelley; gli svizzeri Martin Zimmermann e Dimitri De Perrot con i piccoli e grandi drammi quotidiani di “Öper Öpis”.

La danza sarà presente con Claire Cunningham in “ME (Mobile/Evolution)”; con la provocazione di Rodrigo Pardo e il suo “Tango Toilet”, danzato in una toilette posta nella vetrina lungo una strada. “Napolitango” è il titolo del nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe, e “La fabbrica dei sogni” quello di Davide Iodice; dall’Inghilterra “Guruguru”, performance-terapia di Ant Hampton; mentre si ispira ai maestri dell’orrore la performance site-specific della Compagnia franco italiana A.R.I.A. L’inglese Richard De Domenici con l’installazione-performance “Plane food cafè” ci farà vivere l’esperienza di un volo di linea nell’abitacolo di un Boeing 747, ricostruito per l’occasione. Il risultato di un workshop teatrale diretto da Salvatore Tramacere in Serbia con l’obiettivo di far integrare la cultura rom con quella serba, è lo spettacolo “Brat (fratello) cantieri per un’opera rom”; mentre “Il Signor di Pourceaugnac”, di Molière, è lo spettacolo dei ragazzi di Punta Corsara diretti da Emanuele Valenti. 

NapoliTeatroFestival dal 4 al 27 giugno,
luoghi vari, Napoli. Anteprima il 29 e 30 maggio. 


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