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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2010 alle ore 09:48.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 14:17.
Non c'è pace per i musei d'arte in Francia. Ieri è toccato al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, da cui sono stati rubati cinque capolavori di Picasso, Modigliani, Matisse, Braque e Léger.
Lo scorso dicembre era stato trafugato un Degas dal Museo Cantini di Marsiglia e nel giugno 2009 una cartella con 33 disegni autografi di Picasso (valutata da uno a tre milioni) era sparita dal Musée Picasso di Parigi. E ancora: nel febbraio 2007 erano stati rubati dall'abitazione parigina di Diana Widmaier-Picasso, nipote del padre del Cubismo, la Maya à la poupée (1938) e il Ritratto di Jacqueline (1961), tele stimate sui 50 milioni di euro e recuperate dalla polizia un anno e mezzo dopo. Mentre nel gennaio 2004 una sua Natura morta era stata sottratta al Museo George Pompidou di Parigi e recuperata tre mesi più tardi. C'è da augurarsi che la Brb francese (la Brigata per la repressione del banditismo), incaricata dell'inchiesta, chiuda anche questa indagine con successo.
Certo è che Picasso, con i suoi 106 milioni di dollari battuti da Christie's a New York lo scorso 4 maggio per l'olio su tela Nude, Green Leaves and Bust (1932), non è solo il pittore più caro del mondo, ma anche il più trafugato. Fa gola a molti, ma alla lunga si rivela un boccone indigesto: tutte le polizie internazionali sono allertate e refurtiva del genere è davvero difficile da smerciare. A meno che il mandante del furto non sia un collezionista capriccioso oppure un capo clan deciso a trasformare alcune opere d'arte in un lasciapassare.
Marino Mannoia ha confermato, ad esempio, che è stata la mafia a sottrarre a Palermo, nel 1969, la Natività di Caravaggio. Così come un'altra mafia, quella del Brenta capeggiata da Felice Maniero, ha messo a segno nel 1992 il furto di opere di Velàzquez, Correggio, El Greco e Guardi nella Pinacoteca Civica di Modena, poi restituite in cambio del patteggiamento della pena.
Il furto di mercoledì, però, è stato fatto con eleganza d'altri tempi e da una sola persona; le telecamere di sorveglianza hanno ripreso un uomo vestito di nero e con un passamontagna, mentre entra nel museo rompendo il vetro di una finestra (non collegato al sistema d'allarme) segando un'inferriata e forzando un lucchetto con le pinze. Il colpo è avvenuto poco dopo la chiusura del Palais de Tokyo, nel quartiere del Trocadero che ospita il museo municipale, costruito a partire dal 1937 e inaugurato nel 1961. Nelle immagini l'uomo si aggira indisturbato nei corridoi e si impadronisce delle cinque tele tagliandole una a una con il classico metodo del taglierino, usato con perizia e cautela. Poi arrotola le tele e le infila in un borsone. Nessun allarme è suonato e del furto si sono accorti i custodi nel primo giro di ricognizione del mattino.