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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2010 alle ore 12:43.
PARIGI. Prima polverosa area di magazzini, industrie, viavai di chiatte per lo scarico di cereali e materiali da costruzione. Poi, area malfamata, decadente, a tratti regno dello spaccio di droga. Oggi, invece, il canale Saint-Martin e la sua continuazione, il bacino della Villette, sono rinati, prediletti dai «bobo» (bourgeois bohème), quella tribu' metropolitana di fricchettoni alternativi, con il portafogli ben fornito, che fanno il bello e il cattivo tempo a Parigi, in quanto a mode e consumi.
La ricetta per far rivivere i quartieri lungo questa arteria, ancora oggi navigabile? Un mix di interventi pubblici, soprattutto da quando è sindaco Bertrand Delanoe, eletto per la prima volta nel 2001, e di investimenti privati, vedi la scommessa (allora lo era davvero), alla metà degli anni Novanta, del produttore cinematografico Marin Karmitz di creare un multisala sulle banchine del bacino della Villette, in un edificio abbandonato, opera di Gustavo Eiffel.
Siamo nell'est della città. Il canale Saint-Martin si sviluppa su 4,55 km in diagonale, dal bacino dell'Arsenale, a ridosso della Senna, fino alla zona di Stalingrad, dove con una suggestiva doppia chiusa si inserisce sul bacino della Villette. Il canale, in realtà, è sotterraneo dalla Bastiglia fino alla piazza della Repubblica. E' da li' che riemerge. Ed è li' che la «rinascita» ha avuto inizio a colpi di nuovi ristorantini alla moda, bar branchés, negozi di giovani stilisti (quelli più affermati lavorano nei loft ricavati nelle costruzioni industriali dei paraggi). Progressivamente la «boboizzazione» ha interessato anche la Villette, almeno il primo bacino (800 metri per settanta), inaugurato nel 1808 (mentre il Saint-Martin comincio' a funzionare nel 1825). Il canale serviva, oltre che per l'approvvigionamento della capitale, pure come serbatoio di acqua potabile. Con il declino del trasporto fluviale, la crisi per il canale Saint-Martin fu inesorable, accelerata dagli anni Sessanta, tanto che nel decennio successivo il comune di Parigi arrivo' quasi a dare il via libera alla costruzione nel sito di un'autostrada urbana.
E' dagli anni Novanta che la «rinascita» ha avuto inizio, con la trasformazione fisica degli spazi (più verde e piste ciclabili, arredo urbano) e la costruzione di nuovi palazzi, spesso di architetti famosi, lungo il bacino della Villette (riconosciuta Zac, Zone d'aménagement concertée, dal 1987, con generosi fondi pubblici a disposizione). L'apertura all'inizio del bacino di un primo multisala MK2 (il gruppo di Karmitz) nel 1996 ha fatto da volano per il decollo dell'area, soprattutto da quando anche l'edificio gemello sulla sponda di fronte è stato trasformato in sale cinematografiche. I due MK2 sono collegati da un battello elettrico. Alla fine di questo bacino due antichi magazzini erano bruciati in un incendio nel 1990. Negli ultimi anni sono stati recuperati: una parte, sulla base di un progetto dello studio di architettura Chaix & Morel, è stato trasformato in albergo, avvolto da una leggera struttura metallica color bronzo. Non solo: a partire dal 2007 il comune di Parigi ha deciso di estendere nei mesi estivi alle banchine della Villette la manifestazione Paris-Plage, con tanto di sabbia, giochi d'acqua, chioschi per il gelato, serate danzanti con orchestrine live.