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Cultura-Domenica Libri

Cormac McCarthy e gli altri massimi scrittori viventi

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 21:46.

Se vi sentite pulsare d'inquietudine al solo nominare Il giardino di cemento per voi non c'è scelta. Siete dei mcewaniani ad oltranza. Non avrete dubbi. Se invece siete disposti a stringere il vostro "patto narrativo" (la parolona che piace tanto ai critici per dire che vi mettete a leggere, magari anche in bagno) solo con chi offre "visioni dolenti e vertici apocalittici" la Strada non vi farà percorrere altre vie: siete per Cormac McCarthy. E non perderete l'appuntamento con il suo film in arrivo. Un film che la critica definisce di "difficile adattamento vista la grandezza di questo libro che fa del suo autore uno fra i massimi viventi".

Oddio! I massimi autori viventi! Ho i brividi. Mi sembra di vedermeli davanti come un blob di mostruose teste che mi ronzano in capo, questi massimi. Viventi per giunta. Meglio prenderla larga. Nessun timore, compagni di lettura come davanti a un bicchiere di birra. Se avete letto fin qui e siete incuriositi, a questo punto potrete anche giocare con noi. Perché proprio a chi tra una lettura e l'altra resta tempo noi proponiamo di stilare "la classifica". Un gioco forse insulso, talmente arduo da far tremare i polsi a Michail Bachtin. Tanto per citare uno che se ne intendeva per davvero.

Eppure una scelta alla fine si impone comunque: dalla libreria alla biblioteca di casa gli occhi si posano sempre sul libro dell'autore preferito, o almeno di riferimento. Tanto vale giocare. Martin Amis, Salman Rushdie, Philip Roth, Michel Houellebecq e Günter Grass vi aspettano al varco. E sono minacciosi. Urca!

Esisteranno istruzioni per l'uso? Del tipo che so "prendi la posizione comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato ... In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf" e finalmente immagina la tua classifica! Niente, nessun aiuto. Neppure sul pouf. Solo un collega che pietoso suggerisce: «Una classifica per metterti al sicuro dalle polemiche deve essere politcally correct!» Ecco. Grazie. Ci mancava anche questa. Bell'aiuto. E dunque? Ci sono, Nadine Gordimer, che è anche un Nobel! E vado sul sicuro. E poi? Poi Toni Morrison (doppio aiuto, donna e di colore). Mi sento esaltato. Sempre più in alto allora. Donna e italiana ? Impossibile. Mi ritiro. Anzi, butto a caso: la Maraini, tanto la Fallaci è morta e non abbiamo problemi ad essere indicati di parte. Almeno un pericolo è scampato.

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Tags Correlati: Bagutta | Cultura | Daniel Pennac | De Lillo | Fallaci | Günter Grass | Jonathan Franzen | Michel Houellebecq | Philip Roth | Salman Rushdie | Turchia

 

A questo punto della classifica però vi sentite estenuati, smarriti ? Coraggio. Davanti al frigorifero è peggio. Il frigorifero? Ecco, ci sono: perduti davanti al frigo come in Body art. Don De Lillo. Ho il primo della top ten. Underworld mi ha stregato. Voto lui. E José Saramagodove lo lasciate? Vi sentite peggio di quando vi siete persi in qualsiasi suk di Istanbul? Meglio non rivangare la Turchia, che già vi assale il dubbio su Orhan Pamuk. Lo stesso Pamuk che per assonanza (assonanza fa almeno blasé, o no?) mi fa pensare a Palahniuk. Sicuro. Vi state perdendo con noi in questo gioco "d'amorosi letti" ? Non abbandonateci almeno prima d'aver preso in considerazione David Leavitt. E consolatevi. In fondo il panorama italiano è meno vasto. Arbasino è una garanzia, Eco forse, e poi ? il grande Debenedetti ci rassicura: il genere anfibio (il romanzo, niente paura) da noi ha sempre avuto vita difficile. Certo che sì, ma i poeti? A pochi giorni dalla scomparsa di Sanguineti almeno qui non ci sono dubbi: Andrea Zanzotto. Sì, ma guai ad aprire la classifica dei poeti. Ad andare avanti così questo gioco potrebbe durare cento anni. Sì, certo Cent'anni . Di solitudine. Ho scelto. Quasi quasi sarei per Gabriel Garcìa Marquez.

Poi preso dallo sconforto per l'incomodo pezzo assegnatomi dal capo, onde evitare la classica buccia di banana (appunto lei, la Yoshimoto) ricorro alle colleghe della redazione Domenica che sicure indicano Jonathan Franzen, David Grossmann, Daniel Pennac, Magda Szabo (mai letta, lo confesso) Miljenko Jergovic - quello di Le marlboro di Sarajevo - e il premio Bagutta del 2008, Pierluigi Cappello. Sono sempre più confuso davanti alla mia ignoranza. Gioco per gioco decido di osare l'azzardo. Chiedo al direttore Gianni Riotta. La risposta è velocissima. E zac, nell'ordine:
Gabriel García Márquez
Ismail Kadare
Kumiko Kakehashi
Acheng Zong
Roberto Saviano
J K Rowling
Stephen King
Hans Magnus Enzensberger
Milan Kundera
Tim O'Brien

Zong, mai sentito, dovrò leggerlo.Kumiko Kakehashi, faccio finta di averlo letto e corro su Wikipedia per evitare gaffe. Ma Milan Kundera è un colpo al cuore. La catastrofe: come ho fatto a non pensarci?

ps: «Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non c'è che da studiarlo». Honorè de Balzac. Il caso. Con buona pace di tutte le classifiche.

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