Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 16:57.
Che cosa c'entra l'Aconcagua, che dall'alto dei suoi quasi 7000 metri domina le Ande Argentine, con gli indici delle borse? Che relazione può esistere tra le vette innevate più imponenti di tutto l'emisfero australe e la finanza?
Provate a domandarlo a Michael Najjar… Oppure, più semplicemente, fate un salto a vedere le sue foto esposte a Verona, nella galleria dello Studio la Città. Nove splendide immagini scattate dall'artista tedesco durante una spedizione di tre settimane sulla montagna non himalayana più alta del mondo. Fotografie attraverso le quali Najjar evoca, appunto, quanto di più distante potremmo immaginare da un paesaggio mozzafiato, fatto di vette rocciose che emergono da un bianco oceano di neve per stagliarsi contro l'azzurro limpido del cielo.
Meglio usare le parole dell'artista, allora, per spiegare questo bizzarro ma interessante accostamento. «La natura e il ritmo di vita di una montagna- spiega l'autore- non possono essere misurati da nessuna scala di valori riconosciuti. Per questo, la sua osservazione diventa un'esperienza quasi virtuale. Una realtà simile e altrettanto virtuale può essere riscontrata anche nel mercato economico e finanziario internazionale. L'andamento altalenante delle grosse somme di denaro circolanti in tutto il mondo, sfida in tempo reale il nostro potere di comprensione».
Vero. I mercati finanziari hanno un aspetto che ci pare, a volte, esoterico, quasi magico. Solo non a tutti viene così istintivo paragonarlo alla misteriosa e maestosa immobilità delle montagne. Ma Najjar va oltre e in questi scatti vede un singolare paragone visivo tra le forze della natura e quelle dell'economia, tra gli indici delle maggiori borse mondiali e i panorami dell'Aconcagua. Un'allegoria che, oltretutto, riflette nei pericoli della montagna i rischi delle operazioni finanziarie e nei disastri naturali i cataclismi dell'economia. Le fotografie, tutte di grandi dimensioni, ritraggono dirupi e formazioni rocciose, per rispecchiare l'andamento di borsa degli ultimi 20 – 30 anni. Come in un progetto tecnico, infatti, il fotografo utilizza i grafici di Dow Jones, Hang Seng, Nikkei e Dax e a questi sovrappone le cime delle montagne, facendone così cambiare i profili e paragonando la loro pura bellezza con i movimenti del sistema finanziario globale.