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Largo al soul nell'era Obama

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2010 alle ore 18:40.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2010 alle ore 18:47.

La colonna sonora del movimento americano dei diritti civili, più del folk e delle canzoni di protesta, era la musica soul di Sam Cooke e di Marvin Gaye. Le loro canzoni, da Change is gonna come a What's going on, sono state uno strumento di integrazione sociale e culturale nel profondo sud.

Il fenomeno soul è nato dall'iniziativa di intraprendenti impresari bianchi, spesso ebrei come Leonard Chess (Chess records) e Jerry Wexler (Atlantic), capaci di intercettare il talento nascosto nell'emigrazione operaia degli anni Venti in movimento dalle campagne del sud verso le città del nord. Sono stati loro ad aprire la strada alle varie espressioni della cultura nera, in coincidenza con il richiamo dei grandi conglomerati industriali come Chicago, Detroit, Kansas City, St Louis.

Non è un caso, quindi, che l'avvio dell'era Obama – il punto di arrivo della battaglia per i diritti civili di quarant'anni fa – abbia generato un inatteso revival di sonorità nere che sembravano perdute. Un'artista dimenticata come Bettye LaVette sforna dischi a getto continuo e sentirla live è un'esperienza unica, come testimoniano quelli che l'hanno sentita cantare A change is gonna come all'inaugurazione della presidenza Obama. Ascoltatela in Interpretations, dove destruttura in chiave soul Pink Floyd, Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin.

Il merito del ritorno del soul è soprattutto di un piccola etichetta di Brooklyn, la Dap-Tone di Gabriel Roth. Guardate le copertine, le fotografie, i vestiti: un rasserenante effetto vintage è assicurato. Ascoltate, poi, la voce di Sharon Jones in I learned the hard way. Provate anche What have you done, my brother? di Naomi Shelton, una cantante di gospel scoperta a 66 anni dopo una vita ai margini. Una delle canzoni del disco è Change is gonna come. Il verso più famoso dice «It's been a long, long time coming, but I know a change is gonna come, oh, yes it will», «Ci vuole molto tempo per arrivare, ma so che il cambiamento arriverà, oh, sì che arriverà». La sera dell'elezione, Obama ha detto: «It's been a long time coming, but tonight, change has come to America».

www.camilloblog.it

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