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Cultura-Domenica Arte

Il Louvre e le vetrine di Venere

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 08:20.

Che cos'hanno in comune la Gioconda di Leonardo e i gioielli della Corona inglese? E la stele di Hammurabi con il Museo dell'Acropoli di Atene? Che cosa lega le gallerie egizie del Fitzwilliam Museum di Cambridge alle gallerie di scultura greca del Museo di Belle Arti di Boston? La risposta è unica: le vetrine.
Vetrine che hanno una specifica caratteristica: sono state tutte ideate, disegnate e costruite in Italia, e più precisamente a Trezzano sul Naviglio, alla periferia ovest di Milano, da una azienda che è oggi leader mondiale nel settore degli allestimenti museali: il Laboratorio museotecnico Goppion.
L'avventura aziendale della Goppion nasce al principio degli anni Cinquanta. L'ingegner Nino Goppion decide di puntare sul cristallo perché nell'Italia postbellica c'è tanta voglia di trasparenza e di luce. Vetri e cristalli vengono utilizzati per costruire i primi grattacieli, e nella montante euforia consumistica le grandi aziende avvertono la necessità di mettere adeguatamente in mostra i propri prodotti per conquistare sempre di più il mercato.
È il boom delle vetrine e degli espositori. La Goppion ha tra i suoi clienti la Ferrero, per la quale realizza migliaia di espositori per bar e negozi. Gli affari vanno a gonfie vele e l'azienda passa dalle singole vetrine alla produzione di allestimenti completi per negozi, farmacie, gioiellerie, definendosi di fatto come antesignana nel settore dell'«exhibit-design», ovvero della presentazione di beni e oggetti senza intenti decorativi o di arredo.
Quando nel 1956 il Museo degli Strumenti Musicali di Milano chiede alla Goppion di realizzare le vetrine dell'allestimento progettato dagli architetti Cossovich e Monzeglio, nessuno può ancora prevedere che quello sarebbe diventato l'esclusivo campo d'azione aziendale.
Con la fine del boom economico e con l'arrivo ai vertici della nuova generazione (rappresentata da Alessandro Goppion, l'attuale titolare), la svolta verso i musei apre una nuova fase nella storia dell'azienda. Si inizia con la produzione delle vetrine Alva, semplici ed essenziali, che vengono utilizzate per un'esposizione presso il Martin-Gropius-Bau di Berlino nel 1987. Il successo è travolgente: la vetrina Alva verrà prodotta in 15 mila esemplari.

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Tags Correlati: Alessandro Goppion | Cultura | Francia | Gran Bretagna | Hammurabi | Laboratorio Illuminotecnico Goppion | Leonardo da Vinci | Nino Goppion | Richard Meier | Task Force | Trezzano sul Naviglio | Venere |

 

Da quel momento, la ditta di Trezzano sul Naviglio inizia la scalata al prestigio e al riconoscimento internazionale, mettendo a punto non più semplici vetrine ma complessi «contenitori tecnici» studiati per offrire alle opere un microambiente il più possibile stabile e sicuro e una «barriera igrotermica» capace di ridurre al minimo gli effetti delle variazioni di umidità e temperatura. Da semplice teca, la vetrina Goppion si trasforma in una sofisticata macchina di conservazione del suo contenuto.
Non solo. La vetrina è concepita anche come mezzo per comunicare i contenuti culturali degli oggetti in essa esposti. Alessandro Goppion ne è talmente consapevole da attivare la nascita di un gruppo di esperti che lavorino in team per dare tutte le risposte possibili alle necessità espresse dalla committenza. Nasce così il Laboratorio museotecnico Goppion, e l'aggettivo «museotecnico» esprime bene la nuova missione aziendale: quella di allestire i musei operando una sintesi tra museologia e museografia. La nuova task force della Goppion è fatta di storici, conservatori, architetti, exhibit-designer, restauratori, chimici e fisici capaci di creare vetrine e apparati espositivi in grado di soddisfare tutti i problemi di presentazione, illuminazione, conservazione e comunicazione degli oggetti.
Con queste prerogative, l'azienda conquista progressivamente larghi consensi nei musei di tutto il mondo: partendo dall'Italia, con progetti avveniristici come la teca per il Compianto sul Cristo morto di Mantegna a Brera, e approdando in Gran Bretagna, dove, agli inizi degli anni Novanta, la Goppion si fa notare realizzando le nuove vetrine per l'esposizione dei gioielli della Corona d'Inghilterra nella Torre di Londra.
Sull'onda del successo inglese, Alessandro Goppion si vede spalancare le porte di altri luoghi-culto della museografia e museotecnica mondiale: per il Museo Getty di Los Angeles, ad esempio, realizza vetrine progettate da Richard Meier, mentre per la Galleria di arte islamica del Victoria & Albert Museum di Londra fabbrica la vetrina da museo più grande del mondo, una teca di oltre 60 metri quadri di superficie.
Decisiva è stata anche l'esperienza delle British Galleries nel Victoria & Albert Museum, un allestimento museale così complesso da necessitare l'elaborazione di 5 mila disegni tecnici iniziali e 400 mila disegni di particolari. Per costruire le vetrine sono state impiegate 189 strutture metalliche, 800 lastre di vetro (pari a una superficie di 1600 metri quadrati), 205 lastre di ardesia, 95 lastre di pietra serena e 22 tipi diversi di tessuto, trasportati da due camion in 60 viaggi da Trezzano sul Naviglio a Londra per un totale di 90 mila chilometri di strada e 100 mila ore di lavoro di montaggio.
Ma il top dell'esperienza è stata raggiunta dalla Goppion nel 2005 con la realizzazione al Louvre della vetrina per la Gioconda. Una spettacolare macchina tecnologica dalle dimensioni imponenti (è alta 4 metri e mezzo e larga oltre 2 metri), che non è solo a prova di kalashnikov ma dispone di sistemi di sicurezza ipertecnologici top secret che la rendono praticamente inespugnabile. Tuttavia, poiché i veri nemici della Monna Lisa non sono i terroristi ma gli balzi di temperatura, la teca Goppion racchiude al suo interno sofisticatissimi impianti in grado di mantenere costanti i valori dell'umidità e di proteggere il quadro dall'inquinamento batteriologico.
Grazie al successo della teca della Gioconda, la Goppion ha continuato a lavorare a Parigi, vincendo uno dopo l'altro i severissimi concorsi pubblici per gli appalti. Al Louvre, ad esempio, sta completando in queste settimane un importantissimo allestimento, quello delle sale che introducono alla visione sublime della Venere di Milo. Qui, nel punto più visitato del Louvre dopo la sala della Gioconda, l'azienda milanese sta portando a compimento il montaggio di 30 teche super-tecnologiche in vetro, acciaio e marmo destinate a raccogliere le antichità greche. Questo allestimento, realizzato dalla task force Goppion con la supervisione della Direction Architecture, Muséographie et Technique del Louvre, verrà solennemente inaugurato il prossimo 6 luglio.
Ma quello del Louvre non è stato il solo impegno parigino di quest'anno. Il 20 marzo scorso la Goppion ha consegnato alla Francia un'altra opera museotecnica colossale: l'allestimento del Musée dell'Armée all'interno dell'Hôtel National des Invalides. Un insieme di 400 vetrine contenenti armi, uniformi e vessilli militari, dislocate su 2 mila metri quadri e realizzate usando 262 mila chili d'acciaio, 2250 metri quadrati di vetro e più di tre chilometri di guarnizioni. Il tutto fabbricato a Milano, qui montato per le verifiche, poi smontato e spedito nella capitale francese.
Il risultato complessivo è mozzafiato. Chi si reca a Parigi vada a constatare di persona: lo spettacolo napoleonico che ci offre l'Armée è davvero impressionante e sollecita il giusto orgoglio di vedere come una piccola, tenacissima azienda italiana sia in grado di produrre tali, sorprendenti meraviglie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Hammurabi.
Nel 2003,
il Laboratorio museotecnico Goppion ha realizzato l'allestimento della sezione delle Antichità Orientali del Louvre, compresa la teca che conserva
la stele di Hammurabi
La Gioconda.
La commissione più prestigiosa
per il Laboratorio Illuminotecnico Goppion è rappresentato dalla spettacolare teca che racchiude La Gioconda di Leonardo da Vinci realizzata nel 2005 nella Salle des États al Louvre

Invalides.
Il 20 marzo è stato riaperto nell'Hôtel des Invalides di Parigi, il Musée de l'Armée. L'eccezionale sequenza di vetrine, che racchiudono i cimeli di guerra, è stata realizzata da Goppion
Il Laboratorio
Nato nel 1952 come azienda di vetrine per negozi, il Laboratorio museotecnico Goppion di Trezzano sul Naviglio (Milano) oggi progetta e realizza sistemi di espositivi
di musei, settore nel quale è
leader nel mondo. L'attuale titolare, Alessandro Goppion, ha creato all'interno dell'azienda un team
di ingegneri, architetti, fisici e
tecnici (nella foto) capaci di soddisfare le esigenza d'ogni tipologia di museo.

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