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Cultura-Domenica Arte

Stop al dominio degli attori bianchi. A Hollywood la "minoranza" nera vuole più peso

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 20:26.

Un tempo, il fatto che un attore o un'attrice bianchi interpretassero un personaggio di colore non suscitava tanto clamore. Quando l'attore svedese Warner Oland ha intepretato il ruolo del detective asiatico Charlie Chan, o Elizabeth Taylor quello di Cleopatra, regina d'Egitto, nessuno si è offeso e nessuno ha invitato a boiccottare il film. Ora i tempi sono cambiati. Come scrive oggi la Cnn sul suo sito, citando il caso di Angelina Jolie, scritturata per il ruolo di Cleopatra nel prossimo film, tratto dalla biografia «Cleopatra a Life» della cronista del New York Times Stacy Schiff. Il caso ha suscitato molte polemiche, raccolte dalla Cnn nel blog Marqee.

«La Jolie non può interpretare Cleopatra, che era di pelle scura. No, non era egiziana, ma di origine greca. Quindi era bianca. Non si sa bene, ma che importa». A scatenare il dibattito ha contribuito, certamente, l'egittologa dell'Università di Cambrige, Sally Ann Ashton, che due anni fa ha ricostruito al computer il look della regina d'Egitto, dipingendola con pelle olivastra e labbra carnose. In realtà il pubblico non ha contestato solo la Jolie. Altre polemiche sono emerse per il ruolo di Dastan, «il Principe di Persia: le sabbie del tempo» , assegnato al giovane attore Jake Gyllenhaal, biondo e di pelle chiara. Polemiche ed esortazioni a boicottare il film anche per il cast di «The Last Airbender» (L'ultimo dominatore dell'aria), con Noah Ringer nel ruolo dell'eroe adolescente Aaar.

Ci sono sulla piazza tanti bravi attori neri, latini e asiatici, perchè Hollywood si ostina a ignorarli? Per Andrew Wallenstein, direttore del sito The Hollywood Reporter, la questione è sensata e merita un approfondimento. «A monte del problema c'è sicuramente una frustrazione di lunga data». Nella storia del cinema hollywoodiano, difficilmente attori di minoranze etniche hanno avuto accesso a parti di primo piano. È quindi doppiamente irritante, per loro, venire esclusi sistematicamente da ruoli per i quali sarebbero, per una questione naturale, favoriti.

I grandi attori di colore, entrati nell'immaginario collettivo, in effetti , si contano sulle dita delle mani. Come l'indimenticabile Sydney Poitier, nei panni dell'ispettore Tibbs, ma anche protagonista del classico «Indovina chi viene a cena?». E più di recente, i vari Denzel Washington, Eddy Murphy, o il giovane e talentoso ex rapper, Will Smith, che sbanca i botteghini. E sono ancora meno le donne nere che brillano nel firmamento delle star del ciinema. A parte la bravissima Woopi Wodberg, con i suoi personaggi divertenti, intensi, ma non certo leggendari o tali , comunque,da far sognare donne e uomini per generazioni.

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Prince of Persia

L'attore protagonista Jake Gyllenhaal alla prima del film a Los Angeles (AP Photo)

Tags Correlati: Angelina Jolie | Arte | Barack Obama | Charlie Chan | Cnn | Denzel Washington | Eddy Murphy | Sally Ann Ashton | Stati Uniti d'America | Will Smith

 

Quando Hollywood sceglie gli attori, guarda soprattutto al botteghino. Questo spiegherebbe ad esempio, la scelta della Jolie. Ma non si tende, così, a sottovalutare il pubblico, a ignorare i cambiamenti cullturali, sociali? In un'America che elegge Barack Obama presidente, è abbastanza choccante vedere come Hollywood, che si suppone progressista, sia così conservatrice nella scelta dei cast cinematografici. Tyler Maddox Simms, regista di «Love Chronicles. Secrets Revealed», che uscirà a breve, con attori tutti di colore, sostiene: «Non è una questione di colore, ma è il talento che conta per me». Ma ammette: «È vero, ci sono pochi ruoli belli per le attrici di colore e pochi ruoli da protagonista per i maschi». «Ma si sa, il cinema è un'industria che deve fare profitti. E una come Angelina Jolie è una garanzia, mentre un attore di colore, ad eccezione di Tyler Perry, non garantisce gli incassi di una star di serie A».

Al di la del colore della pelle, delle approssimative ricostruzioni storiche o della scarsa considerazione per le minoranze, i dubbi sulla Jolie sarebbero, in realta, più giustificati se si pensa alla poco convincente interpretazione di Mariane Pearl nel film «Un cuore grande». Ma forse la questione è ancora più semplice e, forse, più adatta a spiegare la cruda realtà dello star system. Non sarebbe tanto il colore della pelle a rendere inadatta la Jolie a dare le sembianze alla leggendaria Cleopatra, la regina più importante della storia. Come scrive un suo probabile fan che nel blog si firma Snakdar: «Angelina è sicuramente sexy, ma è troppo vecchia».

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