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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2010 alle ore 16:11.
In un tendone allestito nella piazza principale di Giarre, in provincia di Catania, cinque ragazzi, in t-shirt e pantaloncini da lavoro, cercano di spiegare alla signora Pinuzza perché uno stadio abbandonato può diventare un'attrazione turistica. A 300 km di distanza, una donna con la telecamera al collo, gira per le strade di Corleone fermando, di tanto in tanto, turisti e persone del luogo.
Tutti, fanno parte di una categoria ostica da capire per chi è abituato a identificare come "estranei" solo turisti e giornalisti: sono artisti. Forse non potranno convincere la signora Pinuzza, ma Paololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masu e Giacomo Porfiri, del collettivo artistico Alterazioni Video, sono riusciti a far nominare nel paesino di 30mila abitanti alle pendici dell'Etna, un assessore alle opere incompiute.
Il loro progetto nasce quattro anni fa e comincia proprio a Giarre. «Stavamo facendo un giro della Sicilia. Arrivati in paese abbiamo notato molti edifici abbandonati: un teatro, lo stadio del polo, la piscina olimpionica, un grande parcheggio. Ha cominciato a prendere forma l'idea di un collegamento tra questi luoghi, una specie di percorso delle opere incompiute», racconta Andrea Masu, lombardo di nascita ma così mediterraneo nei tratti da confondersi con gli abitanti di Giarre. Tornati a Milano, Andrea e compagni iniziano a documentarsi sulla presenza delle opere incompiute in Italia: «395 circa e più di un terzo concentrato in Sicilia», spiega. Gli artisti studiano: diventano frequentatori assidui del Catasto di Milano, poi di quello di Bologna, Roma e giù fino a Palermo.
Mappano il territorio, parlano con ingegneri, architetti, giornalisti e alla fine arriva l'idea. Se, come diceva Leonardo Sciascia, la Sicilia è una metafora, allora il fatto che nella regione si concentri il numero più alto di opere incompiute ne fa necessariamente il modello per uno stile architettonico: l'Incompiuto siciliano. «Un fenomeno prodotto delle politiche edilizie che hanno caratterizzato l'Italia dal dopoguerra in poi». Di solito con gli edifici mai finiti c'è poco da fare: diventano in fretta luoghi amati da tossicodipendenti e cani randagi, quando va bene meta di coppie di giovanissimi in cerca di privacy ad alto rischio. Alterazioni Video propone di trasformarli in opere d'arte. L'idea è piaciuta al mondo della cultura italiana. Da Stefano Boeri a Massimiliano Fuksas, tanti architetti hanno parlato dell'Incompiuto come del figlio naturale della archeologia industriale anni Sessanta. «A un incontro pubblico, racconta Masu, Fuksas dichiarò che se un alieno sbarcasse ora sulla terra vedrebbe solo opere incompiute». A settembre il progetto parteciperà alla Biennale di architettura di Venezia, intanto a Giarre si prepara il Festival dell'Incompiuto previsto per gli inizi di luglio: «La premessa per la costruzione del primo parco archeologico dell'Incompiuto». Le giornate trascorrono tra assemblee cittadine e tour dei primi turisti curiosi di capire cosa ci può essere di attraente in un palazzo vuoto.