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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:06.
Corsa contro il tempo per il decreto legge sulle fondazioni liriche. Il Senato, dove il testo farà ritorno dopo il voto della Camera di ieri, dovrà approvarlo entro il 29 giugno. Il nuovo passaggio a Palazzo Madama si è reso necessario perché, dopo una seduta fiume, l'aula di Montecitorio ha approvato alcune modifiche. Che comunque non incidono sulla sostanza del provvedimento, il cui obiettivo è porre rimedio ai bilanci dissestati della maggior parte delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche.Restano, pertanto, gli interventi sul fronte del lavoro, con blocco del turn-over (anche se ci sono state aperture per gli enti virtuosi), giro di vite sulla contrattazione integrativa, divieto di assunzioni a tempo indeterminato (ma i tempi di attuazione del vincolo diventeranno operativi più tardi).
Tutte misure che, nonostante i ritocchi, continuano a non convincere gli addetti del settore, che proseguono nelle manifestazioni di protesta. L'accusa al Governo è di uccidere la cultura. Domani, per esempio, l'Accademia di Santa Cecilia diserterà la messa solenne in San Pietro.
Il grido d'aiuto del mondo culturale è stato raccolto dall'opposizione e, in particolare, dall'Italia dei valori, che dall'altro ieri alla Camera si è resa protagonista, con una manovra di ostruzionismo, di una seduta che è andata avanti anche durante la notte di mercoledì e si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri.
Di fronte alle richieste di modifiche al decreto legge, il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, aveva anche avanzato, nei giorni scorsi, la volontà di ricorrere al voto di fiducia. L'ennesimo, per il governo.
L'intenzione è poi rientrata e si è arrivati ad alcune modifiche al testo condivise con l'opposizione. Almeno, con il Pd e l'Udc, che hanno scelto la strada di limitare i danni. L'Idv ha, invece, tenuto duro e ha allungato i tempi del l'esame, nella speranza che un nuovo passaggio al Senato possa impedire al decreto di rispettare i tempi e, dunque, ne imponga la decadenza.
Il decreto contiene anche norme sull'attività del l'Imaie, l'istituto mutualistico degli artisti, interpreti ed esecutori, che deve rinascere dopo il commissariamento per il dissesto finanziario.