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Cultura-Domenica Arte

In campagna con Napoleone

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 08:14.

di Marco Gioannini
Inossidabile. Il mito di Napoleone resiste al trascorrere del tempo, indifferente alle mode culturali e alle oscillazioni delle revisioni storiche («modernizzatore dell'Europa o dittatore sanguinario alla stregua di Hitler o di Stalin?»).
Ogni nuovo libro sull'Imperatore vende bene, lo stesso avviene per i videogiochi sulle campagne militari del «più grande generale di tutti i tempi», internet ospita centinaia di siti e di forum, alcuni di grande qualità, come quello della Fondation Napoléon. Forse, solo il cinema resta attardato: dopo la dolente interpretazione di un Napoleone stanco e malato di Rod Steiger in Waterloo (1970) e la magnifica, ma allusiva rivisitazione del mito in chiave di ossessione da parte di Ridley Scott ne I duellanti (1977), la "settima arte" non ha prodotto molto di più di garbate commedie intimiste: sarà che nessuno osa rischiare ciò che Stanley Kubrick fortissimamente volle, ma non poté o seppe fare.
Nel nome e sulle tracce di Napoleone si muovono ogni anno migliaia di turisti in pellegrinaggio ai luoghi deputati della memoria. Dall'Europa e da ogni parte del mondo, con gli americani che soprattutto si ergono a moderni alfieri di un bonapartismo "senza se e senza ma". Fedeli disposti ad attraversare l'Atlantico per assistere alla ricostruzione di Waterloo, che ogni anno si svolge nei luoghi della battaglia (preservati così com'erano nel 1815): battaglioni di appassionati e collezionisti che spendono una fortuna per indossare divise meticolosamente simili alle originali e imbracciare perfette copie dei pesanti moschetti. E pronti a recarsi a Londra per vedere ad Apsley House, residenza del duca di Wellington, la gigantesca statua di Napoleone che Canova scolpì nel marmo (la copia in bronzo è a Brera). O, sempre a Londra al National Army Museum, lo scheletro di Marengo, il cavallino arabo che accompagnò l'Imperatore in cento battaglie. Una prova indiretta della persistente solidità e popolarità del mito napoleonico è che quasi tutti i siti e musei napoleonici più importanti continuano a fare cassetta senza sentire il bisogno di un rinnovamento delle proprie prospettive culturali ed espositive.

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Non quelli francesi, forse i più polverosi di tutti. A partire dallo sterminato Musée de l'Armée di Parigi, che – anche dopo la recente ristrutturazione – si esaurisce in una faticosa camminata in mezzo a interminabili file di manichini in divisa, sciabole, fucili e giberne. Ma nemmeno quelli italiani. Interessanti e curati sono il Museo napoleonico di Roma, le ville di San Martino e dei Mulini, che insieme formano il Museo nazionale delle residenze napoleoniche all'Isola d'Elba, e le sale dedicate del Museo del Risorgimento di Milano. Restano, però, nella sostanza musei tradizionali.
Con una recente eccezione. È il nuovo Marengo Museum, da poco nato (o, meglio, rinato, perché nella stessa sede ne esisteva già uno, raramente fruibile) nel piccolo borgo vicino ad Alessandria che diede il nome alla decisiva, ma fortunatissima vittoria del 14 giugno 1800 contro l'armata austriaca, quella che garantì a Bonaparte la certezza del potere assoluto in Francia, aprendogli la strada alla consacrazione a Imperatore quattro anni dopo. Un museo innovativo, che ha fatto virtù dei suoi limiti originari. Non disponendo di cimeli eccezionali né di grandi opere d'arte, ha puntato su un allestimento agile e coinvolgente, innervato da un uso significativo, ma mai invadente, di risorse multimediali (si veda la scheda). Da visitare.
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ITINERARI
In Europa
1 Il più grande e importante museo napoleonico è il Musée de l'Armée di Parigi (www.invalides.org), dove si trova anche la tomba dell'Imperatore.
1 Un percorso napoleonico a Londra può strutturarsi con la visita al National Army Museum di Chelsea (www.national-army-museum.ac.uk)
e ad Apsley House vicino
a Hyde Park (http://www.apsleyhouse guide.co.uk/).
1 Il sito di Waterloo, dove si possono visitare il campo di battaglia (a bordo di un vecchio camion militare britannico) e alcuni piccoli musei negli edifici che ospitarono i comandanti, si trova a pochi chilometri a sud di Bruxelles. Ogni 18 giugno vi svolge la ricostruzione della battaglia (www.waterloo1815.be/en/waterloo/).
1 La Fondation Napoléon di Parigi cura un sito internet (www.napoleon.org)
in francese e inglese, costantemente aggiornato, con una straordinaria ricchezza di informazioni
storiche e motori di ricerca documentaria dedicati.
In Italia
1 Il Museo del Risorgimento di Milano (www.museodelrisorgimento.mi.it) dedica alcune sale all'epoca rivoluzionaria e napoleonica, con le conseguenze che queste ebbero per i futuri sviluppi della storia nazionale.
1 Le due residenze, villa San Martino e dei Mulini, che ospitarono Napoleone durante l'esilio dell'isola d'Elba nel 1814-15 sono entrambe a Portoferraio (www.sbappsae-pi.beniculturali.it).
1 Il ricco Museo Napoleonico di Roma (www.museonapoleonico.it) più che ai fasti imperiali è, invece, dedicato alla memoria dei Bonaparte e ai rapporti che questi ebbero con la città.
Nel mondo
1 Un'autentica e sorprendente
chicca è, infine, il Museo Napoleonico
di Cuba, all'Havana (www.cuba-museums-guide.com/cuba_museums/napoleon_museum). Per quanto improbabile possa sembrare, vi si trova una delle collezioni di oggetti posseduti dall'Imperatore più ricche al mondo.
La memoria della battaglia
Il Marengo Museum ha sede nella ottocentesca Villa Delavo, con il suo grande parco, a circa 3 chilometri dal centro di Alessandria e a eguale distanza dall'uscita Alessandria Est, sulla A21.
La ristrutturazione del sito e la realizzazione del museo sono state volute e promosse dalla Provincia di Alessandria, grazie al contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Alessandria, di Torino e di Genova.
Secondo il direttore scientifico, Giulio Massobrio, il nuovo allestimento «è pensato per soddisfare sia le esigenze di un pubblico italiano e internazionale di appassionati di storia napoleonica sia quelle di un pubblico generalista, incluse le famiglie alla ricerca di un fine settimana divertente e intelligente, con un occhio di riguardo alla curiosità dei visitatori più piccoli. La struttura del percorso e l'impiego della multimedialità possono fare del museo una risorsa importante per la didattica della storia, non soltanto per le scuole».
La narrazione, non l'esposizione, è il cuore del nuovo allestimento. Narrazione della campagna militare che precede la battaglia, nei suoi passaggi più noti (le nevi del Gran San Bernardo) e meno noti (la guerra in Liguria). E, naturalmente, narrazione della battaglia, una delle più imprevedibili di sempre, ripercorsa in ogni sua fase, dalla resistenza francese al mattino, allo sfondamento austriaco fino al contrattacco del generale Desaix, vero artefice di un successo militare, di cui Napoleone seppe trarre tutti i possibili vantaggi politici.
Come valore aggiunto, il Marengo Museum racconta le miserie quotidiane di soldati e civili: notevole la sezione sul terribile assedio di Genova. E aiuta a decifrare i meccanismi del mito napoleonico, che proprio in Marengo vede uno dei suoi momenti fondanti, con la cura che lo stesso futuro Imperatore volle e seppe dare alla sua costruzione, in un'opera di autopromozione, questa sì, di impressionante modernità.
www.marengomuseum.it

A Tavola
1La leggenda vuole che il giorno della battaglia il cuoco di Napoleone Bonaparte, Dunand, gli cucinasse una ricetta inventata sul momento, con i pochi ingredienti che gli offriva un territorio ormai depredato da mesi di guerra e di razzie. La ricetta era a base di pollo e di gamberi di fiume, che allora abbondavano nei numerosi fossi della piana di Alessandria. Il pollo alla Marengo entrò presto nel mito e la versione originale fu ripresa in numerose varianti dai più famosi cuochi, fra cui Artusi ed Escoffier, che la rese elaboratissima. Oggi il piatto è diventato ancora più esclusivo e ricercato per la carenza sul mercato dei gamberi da fiume. La ricetta che si può ritenere più attendibile è quella che potete leggere aprendo il seguente sito, anche se sulla presenza dei funghi molto si è discusso.
http://ricette.giallozafferano.it/
Pollo-alla-Marengo.html

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