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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2010 alle ore 13:07.
Quando Marco Müller, direttore della Mostra del cinema di Venezia, decise di consegnare al leader della Pixar, John Lasseter, il Leone d'oro alla carriera 2009, motivò la scelta con queste parole: «John Lasseter è il protagonista dell´animazione occidentale contemporanea, da sempre alla ricerca del punto di fuga dove l'avanguardia (artistica, tecnologica e formale) incontra il blockbuster. Lasseter non solo ha contribuito a posizionare il cinema d'animazione come una delle grandi forze espressive del nuovo millennio, ma è diventato uno dei simboli della tradizione preziosa, vitale e inventiva del grande cinema hollywoodiano».
Il premio veneziano è stato soltanto l'ultimo riconoscimento per la Pixar, che nel corso degli ultimi anni ha ottenuto apprezzamenti sempre maggiori, sia di critica, sia di pubblico.
Impossibile prevedere un tale successo quando la Pixar era soltanto una piccola divisione della Lucas Film, prima di essere acquistata, nel 1986, per soli 10 milioni di dollari da Steve Jobs, co-fondatore della Apple, che la rese indipendente. Jobs e il suo socio Edwin Catmull scelsero immediatamente John Lasseter, ex-animatore della Walt Disney, come leader creativo per le sue idee innovative sull'animazione digitale.
Nei primi anni la Pixar realizza soltanto cortometraggi (fra i quali «Luxo Jr.», che diventerà la lampadina simbolo della compagnia), fino all'esordio al lungometraggio, che la renderà famosa in tutto il mondo. Nel 1995 esce, infatti, «Toy Story», il primo film d'animazione della storia del cinema realizzato completamente in grafica computerizzata, che ha ottenuto più di 300 milioni di dollari d'incassi in tutto il mondo. Successo che verrà ripetuto con i successivi «A Bug's Life» del 1998 e «Toy Story 2» del 1999, sempre diretti da John Lasseter.
Le storie sono fondamentali. Come hanno sottolineato gli stessi animatori della Pixar, durante la scorsa Mostra di Venezia, il loro lavoro non si concentra unicamente sulla parte tecnico-grafica, ma fondamentale è anche la scelta delle storie da raccontare. Straordinari in questo senso i «ribaltamenti narrativi» dei successivi «Monsters & co.» (primo film Pixar non girato da Lasseter) del 2001, dove i protagonisti sono dei mostri costretti per lavoro a spaventare i bambini di notte; «Alla ricerca di Nemo» del 2003, con al centro della vicenda un pesce pagliaccio, che deve ritrovare il figlio scomparso e «Gli incredibili» del 2005, con la celebre famiglia di sgangherati supereroi.