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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 19:13.
I Mondiali erano soprattutto le voci dei telecronisti: la parabola da Nando Martellini (1982) a Fabio Caressa (2006), passando per il Bruno Pizzul dei non successi azzurri, ha segnato epoche e generazioni. Ora invece pesa la voce del commentatore tecnico, figura di spalla che può diventare protagonista assoluto, vale per esempio per il perfetto Davide Cassani nel ciclismo. C'è chi preferisce la Rai o Sky (o la tv svizzera) per merito o colpa del commentatore a bordo telecronaca.
È un ruolo difficile perché di solito è ricoperto da un non professionista. Nel caso di Giuseppe Bergomi va forse fatta un'eccezione. A sentirlo fare la sintesi perfetta della conferenza stampa post-disastro di Marcello Lippi – si è assunto le sue responsabilità subito, così poi tutte le domande dei giornalisti erano buoniste, e invece c'era da criticare... – vien da pensare che in realtà lo zio campione del mondo non sia stato un difensore poi diventato commentatore, bensì un commentatore che in attesa di trovare la sua vera vocazione ha incidentalmente e occasionalmente vinto sul campo.
È un ruolo difficile perché gli italiani sono un popolo di commentatori tecnici. Per svolgerlo al meglio bisogna dire poche e giuste parole. Spiegare a un non calciatore o a un non allenatore che cosa accade in campo tra le righe della tattica o dietro il palco del campo. Strafare non va. Devi far notare quel che il telespettatore non nota, senza sembrare saputello. Spesso inoltre la comparsa del commentatore tecnico evolve in un'operazione nostalgia con scavo nella memoria.
Ricordate Kubilay Türkilmaz detto (dalla Gialappa's) "Turchino"? Prima Bologna e poi Brescia, ma ora soprattutto secondo canale della tv svizzera. Uno che se le cava, poi, è Ubaldo Righetti da Sermoneta, l'ex difensore centrale della Roma campione d'Italia. Nel primo Mondiale visto molto anche su internet sul sito della Rai, si possono risentire i suoi commenti a fine partita: semplici, rochi, senza eccitazioni inutili, con un pizzico d'accento alla Panariello che imita Renato Zero. Che ci prendesse lo si era capito quando aveva consigliato alla sua Roma «per prima cosa, andrà fermato Sneijder», ma ora quando dice «c'è stata una squadra che ha giocato e un'altra che ha vinto» o quando crea i «mediani di rottura» si conferma tra gli italiani di Sudafrica un po' in palla, ma ci voleva poco. Dice molto sull'Italia infine il fatto che i migliori commentatori tecnici siano stati difensori, estremi o no: Luca Marchegiani, Beppe Bergomi, ora vediamo se Righetti si conferma e, come i lettori del Sole 24 Ore sanno, Alessandro Costacurta. Questione di visione.