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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 08:08.
di Marco Carminati
Il mobile più caro di tutti i tempi se lo è aggiudicato il principe del Liechtenstein Hans Adam II nell'asta Christie's di Londra del 9 dicembre 2004: per un monumentale stipo in pietre dure detto «Badminton Cabinet», realizzato a Firenze da Girolamo Ticciati nel 1730, il sovrano del minuscolo principato ha sborsato qualcosa come 19 milioni di sterline.
Il 6 luglio è in programma nella sede londinese di Sotheby's un'asta intitolata «Treasure» che propone rari oggetti d'arredo provenienti da prestigiosissime collezioni nobiliari europee: si va dal duca di Devonshire a Maria Antonietta, dalla famiglia Rothschild alla famiglia imperiale di Russia, ai duchi di Macclesfield. Ma il lotto di maggior richiamo ci riporterà in Italia, e più precisamente nella piccola corte dei duchi Della Rovere, ultimi signori di Urbino.
Stiamo parlando di un tavolo, un tavolo molto speciale. Di forme semplici e di dimensioni non certo imponenti (siamo nei normali standard di una moderna scrivania), questo tavolo da centro in ebano e intarsi d'avorio è un pezzo unico e preziosissimo in virtù della sua eccezionale fattura e soprattutto della sua incredibile storia.
A raccontarla è Alvar González-Palacios, principe dei conoscitori e massimo esperto vivente di mobili europei. Nel saggio che accompagna il catalogo, lo studioso ci guida per gradi alla scoperta del tavolo. Prima ci illustra l'origine araba della lavorazione d'intarsio d'avorio su ebano. Poi ci spiega il ruolo delle maestranze nordiche specializzate in tali lavori attive nelle città italiane e in particolare a Napoli. Quindi entra nel tema, offrendo una dotta disamina dei mobili superstiti appartenuti al duca di Urbino Francesco Maria II Della Rovere (1549-1631).
In questo punto la storia si fa appassionante. Il duca era davvero un patito di mobili, lo si evince da molti passi del suo Diario personale. Nel 1586 annota soddisfatto d'aver ottenuto in dono dal duca di Baviera «quadretti intagliati in legno e un calamaro intarsiato d'avolio». Nel 1603 riceve con gioia dalle Fiandre «uno scrittoio con calamaro». In altre pagine, invece, lo sentiamo dolersi per la morte di un celebre fabbricante di orologi. Leggendo questi documenti non stupisce il fatto che alla corte di Urbino si potessero fabbricare stipi in ebano e avorio come quello ora conservato nella Galleria Nazionale delle Marche, oppure tavoli come questo in vendita a Londra. Lo stipo della Galleria e il tavolo di Sotheby's sono accomunati da alcuni dettagli fondamentali come la presenza in entrambi dello stemma di Francesco Maria II e della decorazione eburnea a ghiande e rami di quercia, chiaramente allusiva al nome Della Rovere.