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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 20:08.
La sezione cinema de La Milanesiana 2010 rispecchia perfettamente il sottotitolo scelto dagli organizzatori per porre l'accento sul principale tema dell'edizione di quest'anno: i paradossi. Nel fitto programma della rassegna trovano spazio sia registi esordienti (il colombiano Andrés Arce Maldonado), sia grandi autori della storia del cinema (una serata sarà dedicata a Luciano Emmer, maestro italiano recentemente scomparso e protagonista di molte passate edizioni de La Milanesiana), sia sperimentatori come il polacco Zbieg Rybczyski.
Uno degli appuntamenti più interessanti sarà sicuramente quello del pomeriggio di sabato 10 luglio (in Sala Buzzati) dedicato al cinema di Giulio Questi dal titolo «Un paradosso nella storia del cinema». In questo incontro (dove insieme a Questi e ai critici Alberto Pezzotta ed Enrico Ghezzi, interverrà anche Vladimir Luxuria) verrà ripercorsa la carriera di uno dei più originali e paradossali, appunto, registi del cinema italiano affermatosi solo negli ultimi anni come autore di culto, soprattutto tra i più giovani, dopo decenni di silenzio e di scarsa considerazione. A seguire saranno proiettati alcuni dei primi cortometraggi di Questi («Viaggio di nozze» del 1962 e «Il passo» del 1964), il suo film più celebre «La morte ha fatto l'uovo» del 1968 e il recente «Lola» del 2009.
Gli ospiti cinematografici più attesi saranno però altri due registi che ben rappresentano, vista la loro estrema diversità, il desiderio di «scelte paradossali» che la manifestazione ha voluto mettere in scena quest'anno: Jane Campion e George Romero. La prima, regista neozelandese classe 1954, verrà onorata con il Premio Omaggio al Maestro nella serata di sabato 10 luglio al Teatro Dal Verme. Il cinema di Jane Campion è sempre stato considerato un «cinema al femminile», per la presenza costante di donne protagoniste e di personaggi che si ritrovano spesso a combattere contro le oppressioni dell'universo maschile.
Lo stile della Campion, contraddistinto dall'unione di contenuti melodrammatici e di tocchi formali di grande sensibilità poetica, è ben visibile nelle sue opere più celebri di metà anni '90: «Lezioni di piano» del 1993 (vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes e di tre premi Oscar) e «Ritratto di signora» del 1996. Recentemente è uscito nelle nostre sale il suo ultimo lavoro «Bright Star» (incentrato sulla figura di John Keats), mentre a La Milanesiana si potranno vedere i suoi esordi: cinque corti (che vanno dal 1982 al 1984) e il suo primo lungometraggio cinematografico, «Sweetie» del 1989, con protagonista una ragazza australiana sofferente di varie turbe psichiche.