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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 12:14.
«Tutte le aree metropolitane, New York compresa, hanno grandi problemi di manutenzione, anche quando non hanno grandissimi reperti archeologici e storici come Roma». Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha risposto commentando quanto pubblicato ieri dal New York Times online, in un articolo dal titolo: «Roma si modernizza, mentre il suo passato si sbriciola. L'articolo elenca le grandi opere moderne che vengono progettate e costruite nella Capitale, mentre il patrimonio storico sta andando, nel frattempo, in malora.
Roma è una città che si è candidata a capitale dell'arte contemporanea con l'inaugurazione a fine maggio, di due importanti strutture: ilMaxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, progettato dall'archistar Zaha Hadid (150 milioni di euro) e il nuovoMacro, realizzato dalla francese Odil Decq (20 milioni di euro). Ed è la stessa città dove lo scorso marzo è crollato un soffitto della Domus Aurea di Nerone e, un mese dopo, un pezzo di Colosseo.
L'architettura contemporanea potrebbe essere per Roma il simbolo e il motore di una nuova identità creativa e diventare, con un sviluppo ben guidato, un complemento del glorioso passato della capitale. Ma i cambiamenti non sono facili. Basta ricordare le polemiche sull'Ara Pacis, il muro con la teca di vetro, progettato alcuni anni fa dall'architetto americano Richard Meier, definito dall sindaco Gianni Alemanno«uno sfregio alla città» e dal critico d'arte Vittorio Sgarbi «un cesso inverecondo». Il Maxxi ha avuto una accoglienza migliore, come indica la massa di visitatori, 74mila, nel primo mese di apertura. Ma un conto è far funzionare un museo, un altro, invece, gestire lo sviluppo di una grande città che ha raggiunto ormai 3 milioni e settecento mila abitanti, in gran parte residenti fuori dal centro storico. I problemi di Roma non possono, certo, essere risolti da poche archistar che disegnano pochi edifici nuovi.
Ma come bilanciare il vecchio e il nuovo? E' un dilemma che a Roma si ripete. Basta pensare al nuovo centro congressi in costruzione all'Eur, in acciaio e vetro, «La Nuvola», progettato dall'architetto Massimiliano Fuksas. Un enorme spazio in periferia che include, da un lato, l'antico museo preistorito etnografico Luigi Pigorini, gloriosa eredità degli anni Trenta, e dall'altro, le torri progettate da Renzo Piano, lo stesso architetto del Parco della Musica. La zona dove è stato costruito il museo Pigorini non è mai decollata e ora in mezzo a quel nulla nasce il nuovo centro congressi, con l'intenzione di promuovere la vita culturale e sociale alla periferia di Roma. E' un primo passo nella giusta direzione, ma come finirà?