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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2010 alle ore 20:42.
Mercoledì 14 luglio, e chissà se la coincidenza con la grande rivoluzione antifeudale del 1789 in Francia è casuale, uscirà negli Stati Uniti il saggio Ferraris for all: in defence of economic progress di Daniel Ben-Ami. Tema il progresso economico, per secoli sognato da poveri e illuminati, poi ferro di lancia della sinistra dalla Rivoluzione industriale in poi e oggi detestato da tutti. I radicali lo considerano solo causa di inquinamento, il disastro Bp come sigla. I moderati sono scettici che la crescita sia ancora possibile fuori da Cina, India e Brasile, e provano al massimo ad assicurare lo status quo meschino. I conservatori (spesso nati e cresciuti nel benessere proprio e indifferenti a quello altrui...) ammoniscono che senza rigore si deraglia, dunque chi ha perso il treno della ricchezza si accontenti e stia zitto.
Sognando scherzosamente una Ferrari in ogni garage, Ben-Ami riparte da ottimismo e fiducia, i due sentimenti che han costruito il meglio del nostro mondo e che il cinismo della destra e l'inanità della sinistra hanno perduto. Ben-Ami è consapevole che ogni crescita deve essere sostenibile, ma che – verità semplice e dimenticata ovunque – solo lo sviluppo cura povertà e ignoranza. È inutile che l'Occidente e i suoi intellettuali restino preda dell'afasia e del cupo pessimismo seguito alla fine della Guerra Fredda. Le masse senza speranza di migliorare, come insegna il Nobel Krugman, ipnotizzate davanti alla tv, i mandarini altrettanto disperati ma a lamentarsi di "come vanno male le cose" davanti al loro blog e al solito mojito, ormai un po' caldo.
Polaris, stella regina dell'Orsa piccola, indica la rotta da sempre a chi ha idee e cuore saldo: verso nuovi mondi e sogni, senza miseria, pessimismo, credulità e snobismi frusti per i soliti quattro accoliti dispeptici del passato. È la stella della speranza allegra, sfrontata, audace e felice che governerà queste righe: benvenuti.