Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 17:43.
L'88esima stagione lirica dell'Arena di Verona è interamente dedicata a Franco Zeffirelli. Una sorta di «personale» dell'artista fiorentino, genio contemporaneo ed indiscusso della regia lirica, che grazie ai suoi allestimenti, regista il tutto esaurito nei teatri del mondo, anche in un momento di crisi profonda della cultura, come quello attuale.
Maestro, cosa pensa dei tagli alla cultura e, che cosa ritiene si possa fare per far sopravvivere la cultura in Italia?
Sono d'accordo con la Lega. Per una volta incontra i miei stessi pensieri. Così come le Province, le Regioni, non vogliono far pagare pedaggio; l'Arena di Verona dovrebbe,con pieno diritto, non pagare le tasse sugli incassi, così chiuderebbero il bilancio in pari. Lo Stato prende il 40% degli incassi che dovrebbero, invece, rimanere nelle casse degli Enti lirici. Pagare il biglietto, è lo sforzo che fanno gli spettatori ed i loro soldi dovrebbero aiutare a migliorare la situazione ed il livello della cultura. Questo, rappresenterebbe un criterio per le altre forme di teatro e di cultura. Lo spettacolo, in generale, è una forma di ricchezza sicura e precisa e, quindi, è legittimo tutelarlo.
Cosa crede possa restare della nostra cultura aulica in Italia, in un momento storico ed un contesto sociale come questo?
La gente è ignorante e disinformata. Non ama confrontarsi con l'esperienza culturale, anche se l'opera lirica interessa ancora, tutti i livelli sociali.Tuttavia, se si facessero degli spettacoli che incontrassero i desideri del pubblico, le Istituzioni culturali sarebbero molto più in pari con le entrate e con le uscite. Ma queste realtà andrebbero ben indirizzate. Se lo Stato, non avesse preso parte degli incassi all'Opera di Roma, che con miei allestimenti di «Traviata», «Falstaff» e «Tosca» ha registrato il tutto esaurito, avrebbe chiuso in pari il bilancio e potrebbe dedicarsi a mettere in scena altre produzioni. Lo Stato non fa il suo dovere; sfrutta attraverso i suoi burocrati che percepiscono stipendi pesantissimi a carico di chi veramente lavora.