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Cultura-Domenica Musica

Il successo di Manfred Eicher. Da musicista dei Berliner a produttore dell'etichetta Emc

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 15:27.

Un avvenimento che sarà ricordato fra i più importanti di Umbria Jazz 2010 è stato l'incontro, avvenuto nella storica Sala dei Notari di Perugia, tra i giornalisti e un pubblico qualificato con il fondatore e produttore dell'etichetta tedesca Ecm, Manfred Eicher: anche perché, come conseguenza, in sei concerti del festival si notano musicisti legati alla casa discografica di Monaco di Baviera che «contribuiscono ad elevare la percentuale di jazz-jazz presente nella rassegna». Ecm è l'acronimo di Editions of Contemporary Music, il cui concetto è, non a caso, più ampio di quello di jazz.

Eicher, figlio d'arte, da giovanissimo ha suonato il contrabbasso nei Berliner Philharmoniker diretti da Herbert von Karajan. Poi ha contratto il bacillo del jazz e ha fondato la Ecm nel 1969, a 26 anni, dopo esser riuscito a trovare i fondi strettamente necessari allo scopo. Si dice che la fortuna aiuta gli audaci, ma nel suo caso c'è stato molto altro: competenza, serietà, rigore assoluto nella scelta degli artisti e nella bontà delle registrazioni. E, non ultima, la sobria eleganza delle copertine che sono diventate il tratto distintivo di uno stile Ecm. «Abbiamo cercato i suoni che ci piacciono, i suoni più belli dopo il silenzio», dice Eicher.

Il primo long playing è stato un pianoforte solo di Mal Waldron, «Free At Last», che non è mai uscito di catalogo, come del resto quasi tutta la produzione della casa. Poi c'è stato soprattutto il fiuto di Eicher che ha scritturato il sassofonista inglese John Surman, il sassofonista norvegese Jan Garbarek, prima sconosciuto e i chitarristi americani Bill Frisell e Pat Metheny. Nel 1970 Eicher nota il pianista Keith Jarrett durante un tour europeo (o forse nel 1969: si dice che il produttore fosse tra il pubblico durante il trionfo ottenuto da Jarrett il 4 ottobre al Teatro Comunale di Bologna, ma non è stato possibile avere la conferma autentica). Jarrett in America è sotto contratto discografico con la Impulse!.

Eicher si accontenta di ottenere una firma per l'Europa e centra in pieno l'obiettivo: nel 1971 esce il long playing per pianoforte solo «Facing You», nel 1972 il doppio «Lausanne/Bremen» e nel 1975 il magnifico «Koln Concert». È a tutt'oggi uno dei dischi più venduti della storia del jazz che mette definitivamente al riparo la giovane etichetta da qualsiasi sorpresa e, insieme ai due precedenti, segna l'inizio di una collaborazione esclusiva che dura tuttora. Eicher è stato prodigo di particolari e di risposte a molte domande durante l'incontro perugino.

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Tags Correlati: Berliner Philharmoniker | Bill Frisell | Herbert von Karajan | Jan Garbarek | John Surman | Keith Jarrett | Manfred Eicher | Musica | Pat Metheny Group | Perugia | Santa Giuliana

 

Ci limitiamo ad alcuni punti. Nel 1994, per celebrare i primi 25 anni della Ecm, Eicher inventa un temerario incontro fra il quartetto vocale Hilliard, specializzato in musiche religiose rinascimentali, e il sassofono di Jan Garbarek. Ne esce l'album Officium che si afferma in tutto il mondo. Possiamo anticipare che nel prossimo settembre si pubblicherà Officium Novum, forse destinato a ripetere il clamoroso exploit. Secondo punto. Nella Sala dei Notari, sebbene non citata, si percepiva la presenza del problema fra Keith Jarrett e l'Umbria Jazz, dopo gli insulti del pianista al pubblico e alla città di Perugia, all'inizio di un concerto del suo trio, il 12 luglio 2007, all'Arena Santa Giuliana. Per porre fine al problema, basterebbero le scuse di Jarrett. Il superdivo orgoglioso nicchia, ma succederà. Conviene per ovvie ragioni ad entrambe la parti. Terzo punto. Eicher ha fama di uomo scontroso e burbero e, come tale, si presenta. Macché, non è vero niente. È un bell'uomo alto e magro, vestito sempre di nero, con capelli lunghi ormai grigi, ed è il solito timido che si difende con il sopracciglio aggrottato e poi si scioglie e diventa simpatico. Ok così, Manfred, a presto.

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