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Cultura-Domenica Arte

È in arrivo «The Box», la nuova pellicola di Kelly. Prepararsi alla scelta

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2010 alle ore 15:26.

Che cosa fareste se vi dicessero che premendo un semplice bottone otterrete un milione di dollari? Con una sola controindicazione: che una persona a voi estranea, da qualche parte del mondo, morirà a causa della vostra azione. Questa è la domanda che pone «The Box», nuova pellicola di Richard Kelly, dal 21 luglio nelle nostre sale, distribuita da Lucky Red.
Ambientato in Virginia, nel 1976, il film ha come protagonisti una normale coppia della provincia americana, con figlio adolescente e diversi problemi economici.

Una mattina come tante trovano davanti alla porta di casa un pacco contenente una scatola di legno con sopra un pulsante rosso; di fianco un biglietto che annuncia per il pomeriggio la visita di un uomo, Arlington Steward. Il signor Steward si presenta regolarmente e spiega il significato dell'oggetto: se premeranno il bottone qualcuno morirà, ma in cambio avranno una valigetta contenente un milione di dollari. La difficile decisione dovrà essere presa entro 24 ore.

«The Box», che arriva in Italia con diversi mesi di ritardo dall'uscita americana, è tratto da un breve racconto, intitolato «Button, Button», del 1970 del celebre scrittore Richard Matheson (dalla cui penna è stato portato recentemente sul grande schermo anche «Io sono leggenda» con Will Smith) che già era stato adattato per una puntata del 1986 della serie televisiva «Ai confini della realtà». Ed è proprio all'immaginario del piccolo schermo degli anni '70 e '80 che «The Box» fa riferimento per la fotografia patinata e per le scelte musicali.
Persino il soggetto del libro appare più adatto per la puntata di una serie televisiva piuttosto che per un intero film: per questo nella seconda metà della pellicola il regista Richard Kelly abbandona in parte il testo di Matheson per inserire diverse sue personali ossessioni e scelte stilistiche.

Kelly era considerato, fino a pochi anni fa, uno dei nuovi enfant prodige di Hollywood grazie al suo film dii esordio «Donnie Darko», uscito con scarso successo nel 2001, ma diventato col tempo un film di culto fino al fortunato ritorno in sala nel 2004 in una nuova versione director's cut. Nel 2006 Kelly si presentò al Festival di Cannes con «Southland Tales», il suo secondo film, che venne maltrattato dalla critica e divenne un clamoroso flop in tutto il mondo (in Italia arrivò soltanto in dvd nel 2008). Estremamente ambizioso, complesso e vittima del grande ego del regista dopo il successo del film precedente, «Southland Tales» è però un'opera anche affascinante, che si presta a molteplici letture e chiavi interpretative. Proprio queste, purtroppo, mancano nella seconda parte di «The Box», dove la difficoltà nel capire quali strade il regista voglia prendere rende questa pellicola molto noiosa e confusa, con i due attori protagonisti, James Marsden e Cameron Diaz, sempre più apatici e imbambolati col passare dei minuti.

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Tags Correlati: Arlington | Arte | Cameron Diaz | David Lynch | Italia | James Marsden | Jean-Paul Sartre | Lucky Red | Richard Kelly | Richard Matheson | Will Smith

 

Kelly inserisce molta fantascienza, porte per altri mondi e dimensioni (come nei suoi due precedenti), personaggi che richiamano il cinema di David Lynch e anche il suo tipico pessimismo sulla società (americana e non solo) odierna, in particolare dopo l'11 settembre (alla televisione si vedono brevemente le Torri Gemelle). «Donnie Darko», seppur ambientato negli anni '80 raccontava i mali del mondo di oggi, e lo stesso cerca di fare «The Box», con la rappresentazione degli anni '70. Richard Kelly, in questo caso, ci riesce però soltanto nella magnetica prima parte in cui traspare tutta la forza del racconto di Matheson e noi spettatori, come i due protagonisti, siamo portati a riflettere sulla scelta che i personaggi dovranno fare. Una decisione particolarmente interessante da seguire perché fa riferimento anche all'attuale crisi economica e a un eterno dilemma morale: una grande somma di denaro e una vita finalmente libera da problemi economici, potranno sopperire ai rimorsi della coscienza?

Ogni azione che faremo porterà a delle conseguenze, che potranno essere sia di breve che di lungo termine. Questo è il messaggio veicolato da Arlington Steward che, citando Jean-Paul Sartre, nel corso del film dirà una frase che ben lo sintetizza: «Ci sono due modi per entrare nell'ultima stanza: liberi o in catene. La scelta è nostra». Una scelta che, seppur possa portare a tragici effetti, potrà sembrare in apparenza estremamente banale; proprio come decidere se premere o no un semplice pulsante rosso posto in cima a una normale scatola di legno.

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