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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 08:05.
Avevamo ragione a dire che Alberto Contador giocava a nascondersi in attesa dei Pirenei. Perché ieri, nei tre chilometri conclusivi della 12° tappa del Tour de France da Borg-de-Péage a Mende, appena lo spagnolo ha aperto il gas ha messo in riga tutti i big, a cominciare dalla maglia gialla Andy Schleck che ha dovuto incassare 10 secondi di ritardo. Ma l'effetto della puntura di spillo è ben superiore ai pochi secondi persi che, comunque, consentono al lussemburghese di conservare il primato. Contador si accredita come il protagonista del Tour e quindi, a mio avviso, è il favorito numero uno alla vittoria finale.
Le rampe finali della Cote de la Croix Neuve, che solo la prosopopea francese poteva ribattezzare Montée Laurent Jalabert per celebrare la sua vittoria il 14 luglio 1995, hanno esaltato la potenza dello spagnolo. In tre chilometri con pendenze del 10% (insomma una salita non irresistibile e non diversa da quelle che ogni domenica affrontiamo con tanti appassionati in Brianza) Scheck è arrivato ad accumulare fino a 20 secondi di distacco; un brutto segnale in vista dei Pirenei in programma da domani.
La tappa è stata vinta da Joaquin Oliver Rodriguez che ha preceduto Contador. Il più deluso era il compagno di squadra del campione spagnolo, Alexandre Vinokourov, raggiunto dal proprio capitano quando già stava assaporando il piacere di una vittoria. Lo show di Contador ha lasciato sui pedali tutti i migliori: da Cadel Evans a Lance Armastrong a Ivan Basso che ha sofferto perdendo altri 31 secondi.
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