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Cultura-Domenica Archivio

Più ciclisti e meno ciclismo

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 16:48.

Il ciclismo è lo sport più televisivo di tutti. Chi pensa il contrario si ricreda. Le ha proprio tutte. Intanto è lungo, forse troppo, ma così gli sponsor sono contenti, sia per gli spot sia per gli striscioni a bordo strada. E' l'unico sport che si gira in uno, nessuno, centomila luoghi esterni. Che ha un inizio e una fine anche come luogo. E' rilassante, concilia quel riposo misto sonno&veglia che è perfetto per un sabato pomeriggio. E' nazionale, ma anche internazionale. Puoi tifare per una squadra o per un singolo. A seconda che tu lo legga come sport di squadra, cosa che alla fine è, oppure no. O a seconda che tu sia in vena di spirito di gruppo o in versione individualista.

Come in qualunque telenovela i protagonisti cambiano, ma il plot non troppo. Anche se chi parte non è detto che arrivi perché c'è chi si ritira. E' ricca di colori e di volti, la bicicletta. C'è l'attore protagonista che, anche se è anzianotto, resta l'attore protagonista, come Lance Armstrong. C'è sempre il buono, il brutto e il cattivo. Compreso l'attor giovane, alla Schleck. C'è il caratterista, lo specialista. C'è il miglior attore non protagonista. Ognuno ha i suoi preferiti, per esempio Tiralongo o Navarro. Nel giorno dello sciopero dei giornalisti si sentivano il rumore della scena e pezzi di dialoghi tra i corridori. Il ciclismo ti fa compagnia perché tu accompagni loro sui Pirenei loro accompagnano te. Ogni corridore ha una storia da raccontare. Ecco, quella va raccontata. Davide Cassani lo fa spesso sulla Rai, e il Dio della bici ce lo conservi a lungo nei suoi commenti e nelle sue massime: «Nelle volate a due non sempre vince il corridore più veloce», e poi nei suoi aneddoti, insomma nel ritrarre quel ciclista in particolare e il ciclista in generale. Meno belli i commenti in collegamento dallo studio, con triste sfondo giallo, sa di tv di altri tempi, e non nel senso del classico, meglio raccontare le storie. Proposta: nel racconto di una tappa, come nei flashback di una serie tv, invece dei commenti con telecamera fissa sui commentatori, che fa proclama alla nazione, meglio link a servizi che raccontano i corridori. L'altra, invece, non è una proposta, ma un sogno scherzoso: anche per alzare la produttività negli uffici ad alto tasso di clicloamatori, non si potrebbe sempre e solo correre di sabato e domenica? Così al tour per fare venti tappe ci vogliono due mesi e mezzo, ma sabato e domenica pomeriggio si sa quali storie ascoltare. Raccontatele.

Tags Correlati: Cultura | Davide Cassani | Lance Armstrong | RAI

 

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