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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 alle ore 16:51.
Non tutti i Malick vengono per nuocere. Il grande Terrence, infatti, non riesce a portare neanche a Venezia il suo Tree of life, con la coppia Pitt-Penn, ma non stupisce. I tempi biblici delle sue produzioni, infatti, hanno beffato tutti: Cannes, Venezia e pure Toronto, sempre più insistente nell'insinuarsi nel gotha del cinema mondiale (in quello del mercato, il festival canadese, già c'è da tempo). A contendersi il Leone d'Oro ci sono gli italiani annunciati: La passione di Mazzacurati, La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, La pecora nera di Ascanio Celestini (la vera sorpresa, e probabilmente la causa indiretta dell'esclusione dell'inconsolabile Avati) e Noi credevamo di Mario Martone, sulle storie oscure e controverse, personali e collettive, del Risorgimento italiano. Nell'anno dell'Unità d'Italia, un bel coraggio.
Nel cast, oltre a Lo Cascio e Binasco, Toni Servillo avrà la parte di Mazzini. Presente, il miglior attore italiano, anche con Gorbaciof di Stefano Incerti mentre il fratello Peppe sarà in Into Paradiso, opera prima di Paolo Randi, uno degli 11 esordi selezionati in tutta la Mostra, su una storia di convivenza forzata e di immigrazione e precariato, a Napoli, tra uno scienziato italiano e un campione di cricket srilankese. Il cinema italiano è stato cannibalizzato dai "fuori concorso", appunto, e da Controcampo. Tra le proiezioni fuori concorso spicca l'esordio di Casey Affleck I'm still here e The town, del fratello Ben, entrambi previsti in concorso. Stessa sorte per Robert Rodriguez con l'atteso Machete, proiezione di mezzanotte della giornata inaugurale. Sarà così anche per Zebraman 2 di Takeshi Miike, per l'ultimo film dei fratelli Pang Tungngaan 3D (si dispererà, probabilmente, il presidente della giuria del concorso Quentin Tarantino) il documentario codiretto da Scorsese Letter to Elia, su Kazan, Passione di John Turturro e Reign of Assassins del Leone d'oro alla carriera John Woo. A far loro compagnia ben altri 12 italiani oltre a Incerti: spiccano in questa rosa, tra gli altri, Sorelle mai di Marco Bellocchio, Sei Venezia di Mazzacurati, Niente paura di Piergiorgio Gay su Luciano Ligabue, con Paolo Rossi, Javier Zanetti, Carlo Verdone e Fabio Volo, il film su Vallanzasca di Michele Placido, 1960 di Gabriele Salvatores (anche giurato), Notizie dagli scavi di Emidio Greco, con Ambra Angiolini, madrina della scorsa Venezia. Controcampo italiano, invece, trova spazio per la madrina del 2010, Isabella Ragonese, che comparirà nell'opera prima Il primo incarico di Giorgia Cecere. Qui aprirà le danze Roberta Torre con I baci mai dati, con Donatella Finocchiaro, e suscitano interesse 20 sigarette di Aureliano Amadei con Carolina Crescentini e Vinicio Marchioni, sulla strage di Nassirya e A woman di Giada Colagrande, con il marito Willem Defoe. In lizza anche Pannone e Mereu. Il titolo più curioso, però, è di sicuro Sposerò Nichi Vendola di Andrea Costantino, nella sezione cortometraggi di questa sezione.