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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 20:10.
Premessa numero uno: si tratta di un gioco estivo. Prendetelo come tale. Premessa numero due: un gioco estivo va preso come tale, sì, ma neanche troppo, però. Abbiamo chiesto a una serie di critici letterari (di questo e di altri giornali) di indicarci quali sono, secondo loro, gli autori della letteratura italiana, che hanno meno di 40 anni, più promettenti: sui quali possiamo scommettere per il futuro e dai quali possiamo aspettarci, noi semplici lettori, opere di buona qualità. I risultati del sondaggio e le opinioni degli esperti saranno pubblicati sul Domenicale di domani.
Il gioco non l'abbiamo inventato noi (il «New Yorker», per dire, o «Granta» in Inghilterra, lo fanno da anni, con humour e competenza e, spesso, tam tam mediatico molto superiore all'entità stessa del gioco) e le regole ce le siamo date, sì, ma con una certa elasticità. Intanto un'ovvietà. Avere meno di 40 anni non è un titolo di merito, lo sappiamo bene, né garantisce qualità o capacità letterarie a priori che, poniamo, un 43enne già non ha più. Eppure un limite dovevamo pur metterlo: e questo, generazionale, sembra, tra i possibili, uno dei più concreti. Se non altro perché (e questo ce lo dice la storia della letteratura, anche italiana), almeno fino a qualche decennio fa, si entrava nella società letteraria, di solito con buoni od ottimi libri, fin da molto giovani.
Oggi le cose, forse, sono un po' cambiate e può sempre capitare che si raggiunga il capolavoro dopo anni di praticantato letterario, come è accaduto ad Antonio Pennacchi (classe 1950), il cui ultimo romanzo, che ha meritatamente vinto lo Strega, è anche il suo migliore. Comunque sia, questa è la regola che abbiamo dato ai critici. Sul numero degli autori da citare e su quali tipi di scrittura e di scrittore prediligere abbiamo, invece, lasciato campo libero: vedrete così autori molto affermati, vincitori di prestigiosi premi letterari, scrittori già abituati alle vette del bestseller o entrati dalla porta principale nel circuito mediatico accanto ad altri, invece, noti solo ai lettori più occhiuti. Naturalmente ogni giudice è stato libero di indicare secondo i propri gusti, le proprie idee di letteratura, e, in definitiva, le sue esperienze di lettura, recenti e no.