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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2010 alle ore 14:29.
Ha sempre un po' del gioco assassino della torre il giostrare tra nomi da indicare. A maggior ragione in una situazione quale è la lettura, che è sempre e soprattutto un incontro che, nel caso di opere prime d'un certo interesse, ti augura possa ripetersi anche al meglio, sapendo però che le "promesse" sono spesso fatte per non essere mantenute o anche solo rinviate (penso ad esempio ad Alessandro De Roma, una delle sorprese del 2008 naufragato col secondo e da verificare ora col terzo), o magari momentaneamente impossibilitate a essere verificate per le più varie ragioni (e penso, nel mio caso, a Nicola Lagioia, letto da sconosciuto quando edito da una minimum fax, ricercato da altri oggi con la nuova casacca Einaudi).
Tanto più che poi, quali che siano le indicazioni che offri, hanno sempre il difetto del tempo (ricordi quasi sempre solo i nomi più vicini), e soprattutto della ristrettezza degli incontri rispetto ai tanti esordi, impossibili tutti da seguire. Di qui anche la schizofrenia delle indicazioni (comprese le presenti).
Aggiungo che esistono poi anche scelte critiche precise che optano spesso per piccole case editrici, come le più attente alle voci nuove e che garantiscono un editing più amoroso, attento alla fattura più che al mercato. Tanto più che spesso nella grande casa editrice il nome nuovo e anche interessante (un nome a caso: Michela Murgia di Einaudi) finisce per essere soffocato dal grande nome. Ecco perché allora ciò che mi interessa non è tanto chi di loro sarà l'autore del domani, ma chi ha ad esempio mantenuto certe promesse, come possono essere ad esempio i casi, assai diversi stilisticamente, d'un Pietro Grossi o un Luca Ricci (sia pur in linea orizzontale), come pure d'un Marco Missiroli o Giorgio Falco (in costante crescita); il piacere di riscoprire al meglio un Cristiano Cavina che sembrava essersi perso per strada; la curiosità su che fine abbia fatto una Chiara Zocchi, che peraltro abitua il lettore a tempi lunghissimi.
Così come, al di là del suo futuro, che per l'autore e il lettore ti auguri in crescita, ti piace la scommessa immediata di quando prendi fra le mani un libro attratto da un qualcosa difficile da identificare, e lo scopri comunque ricco, anche se per qualche ragione magari imperfetto (penso a due diversissimi autori di Nutrimenti come Paolo Piccirillo o Giuseppe Schillaci), o intensamente doloroso (la Rosella Postorino allora di Neri Pozza o la Dora Albanese di Hacca), o di cui apprezzi la freschezza (Giulia Villoresi). Conscio comunque che sempre di incontri aperti e di curiosità personale si tratta.