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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2010 alle ore 14:33.
Quelli dai quali mi aspetto molto, data la sostanza delle loro prove, anche quelli di cui pochi si sono accorti frastornati dalla pubblicità, sono sia meridionali che settentrionali. Il barese Nicola Lagioia è partito da connotazioni autobiografiche e da suggestioni di commedia di costume spinta al visionario e con Riportando tutto a casa (Einaudi) ci ha dato un ritratto corale e generazionale acutissimo della mutazione meridionale, nella fattispecie pugliese, negli anni ottanta travolti da improvvisa ricchezza. La bolognese Simona Vinci non ha più nulla da dimostrare, dopo molti romanzi di tenerezza e crudeltà su bambini adolescenti donne comunità e dei reportage esemplari. Il napoletano Maurizio Braucci con il suo terzo libro (Per sé e per gli altri, Mondadori) ha scritto una quête in cerca di sé e dell'immagine del padre lungo le "vie senza legge" del Messico, in una ombrosa allegoria però realistica, italiana, di oggi. La romana Letizia Muratori, che evoca infanzie difficili e una gioventù disorientata, su paesaggi insoliti e alienati. Il palermitano Giorgio Vasta (un romanzo, Il tempo materiale, minimum fax, e un diario di "carotaggio" antropologico sulla sua città, che è anche la città più berlusconiana d'Italia, Spaesamento, Laterza) ha il necessarissimo dono di saper narrare ma anche di saper vedere e pensare. Il milanese Paolo Cognetti (due libri di racconti da minimumfax) trasferisce il magistero di Carver in una lucida rappresentazione del disagio della generazione dei trentenni.
Aggiungerei senz'altro Alessandro Piperno, romano, che aspetto alla nuova prova e che sembra più adulto di quel che non è, Valeria Parrella, napoletana, se saprà crescere e resistere alle lusinghe del successo, Mario Desiati, pugliese, se dalla commedia d'ambiente e memoria andrà nella direzione in cui potrebbe forse dare il meglio, "brancatiana", Michela Murgia, sarda, se non si farà costringere nel folklore. E vorrei infine segnalare due milanesi, il molto giovane Giorgio Fontana, se saprà liberarsi dal peso di certe mode un po' cinematografiche (Marsilio), e Marco Balzano (Il figlio del figlio, Avagliano), un pacato on the road Milano-Barletta di un nonno un padre un figlio (il narratore) che devono chiudere con il passato ma dentro un presente senza identità, un piccolo romanzo che dice molto su chi siamo. La situazione è dunque eccellente, tanto più che certamente dimentico molti nomi.