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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2010 alle ore 08:07.
Il Friuli è terra di silenzi lunghi: per questo il Craf, il centro di ricerca e archiviazione della fotografia, dà voce al silenzio con la rassegna Spilimbergo Fotografia, che coinvolge tante cittadine del Friuli: Maniago, Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, Lestans, Lignano Sabbiadoro.
È un andar per mostre, per orizzonti e piccoli paesi: il fotografo Francesco Nonino porta alla Casa della gioventù di Maniago (Pordenone) tanta America. Rappresenta volti di friulani trapiantati oltre Atlantico con le loro mani che fanno, amano e sognano. Sono friulani originari di Frisanco, un borgo a pochi passi da Maniago, rade, bellissime case arrampicate lungo la Val Colvera: pietra viva, ballatoi in legno e armonia del costruire.
L'architettura della 24ª edizione di Spilimbergo Fotografia ha stili e modi di fotografare che vengono da ovunque: alla chiesa di San Vito al Tagliamento l'Occidente prova a studiare l'Africa attraverso immagini che vanno dall'800 a oggi, con le foto inedite di Entotto, la futura Addis Abeba, di Giacomo Savorgnan di Brazzà, fratello del l'esploratore, fino alle opere contemporanee di Riccardo Venturi e Sebastiano Salgado.
Da San Vito a Spilimbergo la strada è breve, una ventina di chilometri, per visitare il Duomo con la sua abside affrescata alla metà del 1300 e fermarsi Al Bachero, uno dei più vecchi trani d'Italia per polenta, baccalà e un bicchiere di rosso. E per scoprire la forza dei corpi ritratti da Elio Luxardo: sono foto così vicine e plastiche da sembrare sculture dense di luce. Accanto all'autore (1908-1969), che fermò le più belle dive dell'epoca, Valentina Cortese, Clara Calamai, Alida Valli, e anche accademici quali Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello, a Spilimbergo vanno in scena le Borgate romane di Luigi Crocenzi.
La rassegna friulana ha decine di proposte, bisogna venire a cercarla per incontrare vecchi e nuovi stili e per trovare un Friuli dalla bellezza nascosta e ritrosa. A una decina di chilometri da Spilimbergo, a Villa Sulis di Castelnovo, fra vigneti curatissimi e morbide colline, la luce primigenia di Henry Fox Talbot: sono 50 calotipi realizzati dagli originali dell'antesignano della fotografia che utilizzava un metodo fotografico negativo/positivo.