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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2010 alle ore 08:02.
Non è un fantasma quello che si aggira per le patrie lettere: la narrativa degli autori under 40 esiste, è ben viva, lotta insieme e addirittura contro di noi, e c'è solo bisogno di prestare attenzione. Non è unificata, forse non si percepisce nemmeno come movimento, eppure ha forza e consapevolezza, privilegia il web come terreno di discussione, elegge a propri maestri gli autori esteri più che i padri nobili della tradizione italiana, sul mercato ha idee decisamente postmoderne: non si scandalizza del successo e delle classifiche, ma non ne è succube. Dalla vecchia società letteraria, per ora, si mantiene a debita distanza.
Nell'ampio dibattito che si è sviluppato in questi giorni fra critici, scrittori e giornalisti, in diversi quotidiani e siti web, dopo il "gioco-non gioco" lanciato il 1º agosto sul Domenicale del Sole 24 Ore, una frase sembra essere ancora decisiva e nessuno degli intervenuti ha, finora, avuto il coraggio di smentire o di contrastare con i fatti. Curiosamente ma significativamente è proprio la prima riga che il critico (e scrittore under 40) Gabriele Pedullà aveva scelto come incipit del suo articolo per trarre il senso complessivo dell'iniziativa. Torniamo dunque a quella frase: «Ebbene sì. C'è una letteratura italiana under 40 che merita di essere letta. Non è poco. Tanto più che in questo campo non smettono di trovare ascolto le tesi dei catastrofisti. (...) Negando attenzione ai nuovi libri, li si condanna all'irrilevanza».
Proprio così. Tanto più che se il criterio dell'età è arbitrario ma necessario, in ambito internazionale (dal New Yorker a Granta), la pratica di individuare i talenti più solidi entro un certo limite d'età non solo è consolidata ma ha pure vasta eco mediatica e serve, spesso, a incoraggiare scrittori che sono alle prime opere. A maggior ragione ha senso farlo oggi. Una tale ricognizione si impone, infatti, anche alla luce del fatto che, per esempio, il premio letterario di maggior prestigio del nostro paese, lo Strega, è stato vinto due anni fa da Paolo Giordano, un autore esordiente e non ancora trentenne, che l'anno scorso se lo sono conteso due autori "giovani" sotto molti aspetti (Scarpa e Scurati) e che nell'ultima edizione la giovanissima esordiente Silvia Avallone ha perso per soli 4 voti dal navigato Antonio Pennacchi.