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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2010 alle ore 16:16.
La specie umana gode di una ineguagliata capacità di adattamento all'ambiente ed esercita su di esso un controllo pressoché totale. Su questo non ci sono dubbi. Ma fino a che punto ciò rappresenta un vantaggio? E, visto da una prospettiva evoluzionista, l'homo sapiens è davvero una specie privilegiata? O non è invece un caso di «anomalia ecologica» senza precedenti, che sta già peraltro compiendo passi affrettati verso la sua estinzione?ù
Le risposte che Antonino Pennisi e Alessandra Falzone offrono a queste domande sono sorprendenti e controintuitive. Il prezzo del linguaggio. Evoluzione ed estinzione nelle scienze cognitive affronta la questione in maniera critica, proponendo un ripensamento epistemologico delle scienze cognitive, stabilendo strette correlazioni con il neodarwinismo e il neoaristotelismo. Pennisi e Falzone smontano gli argomenti antropocentrici che da sempre accompagnano il pensiero sull'uomo, restituendoci così una grande lezione di umiltà e rileggendo la storia dell'evoluzione biologica e culturale di homo sapiens in chiave strettamente naturalistica. Ed è proprio la parola, il logos, la chiave di volta di tutta l'argomentazione. Benché il '900 sia stato denominato da Richard Rorty il secolo della «svolta linguistica», pochi (tra cui Chomsky) hanno saputo intuire la vera grandiosità insita nel linguaggio. È per lo più prevalso il pregiudizio che esso fosse un mero strumento di trasmissione di contenuti cognitivi preesistenti, una componente modulare del cervello. È prevalsa l'idea platonica della mistica circolarità immateriale del segno linguistico, quella che Popper definì il «dogma positivistico del significato». Il linguaggio è molto più. Lungi dall'essere un semplice veicolo di informazioni, esso esercita funzioni cognitive fondamentali. È attraverso di esso che ci formiamo le nostre idee sul mondo.
Il linguaggio è, in altre parole, la specie-specificità dell'uomo e, secondo gli autori, nasce casualmente da un fenomeno evolutivo di exaptation (la cooptazione funzionale di Stephen Jay Gould), ovvero dalla creazione di funzioni nuove in strutture evolutivamente obsolete. In questo caso la condizione fisiologica di abbassamento della laringe – che in altre specie animali, come nel maschio del cervo di Ficht, serve a produrre suoni gravi per sedurre la compagna – ha creato le condizioni ottimali per l'articolazione linguistica. La ricostruzione dell'evoluzione delle abilità cognitivo-linguistiche a questo punto non è separata da una critica al modello cognitivo più diffuso, che propone di studiare il cervello e le sue varie funzioni come fossero scorporati dall'organismo e dalla sua storia biologica ed evolutiva.