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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 17:42.
Danza, teatro, musica, performance. E' dai primi anni Ottanta che il festival trentino Oriente Occidente scommette sul confronto trasversale tra diversi generi, culture e modi di fare spettacolo. Qualche esempio? La kermesse ha ospitato il mitico Odin Teatret di Eugenio Barba e le sonorità indiane di Ravi Shankar, il teatro povero di Grotowsky e le rarefazioni melodiche di Keith Jarret, passando per mostri sacri della danza come Pina Bausch e Kazuo Ohno, e nuovi coreuti: Virgilio Sieni, Enzo Cosimi, Lucia Latour, solo per fare alcuni nomi.
Quest'anno, per celebrare il trentennale, la rassegna di Trento e Rovereto spazierà attraverso quattro continenti, con musiche live che, per la prima volta, accompagneranno gli spettacoli di danza.
Ad aprire la manifestazione sarà il tango fusiòn dell'argentino Leonardo Cuello con la sua Tetralogia in prima nazionale. Poi è stata la volta della Nikolais/Louis Foundation for dance di New York, depositaria del teatro di danza astratta di Alwin Nikolais, che con la compagnia Ririe Woodbury Dance Company ha proposto lo spettacolo Crucible, Liturgies, Kaleidoscope Suites, Tensile Involvement, un concentrato di vibrazioni luminose dei proiettori e fantasmagorie di colori. Dalla luce all'oscurità. E' una danza delle tenebre quella evocata al Teatro Sociale di Trento dal giapponese Ushio Amagatsu: il suo lavoro di ispirazione Butoh, intitolato Hibiki - Resonance from far away, presentato dal gruppo maschile Sankai Juku.
In questo viaggio ideale intorno al mondo non poteva mancare il continente africano, presente nella kermesse trentina con due artisti: Abou Lagraa, francese di origini algerine, con lo spettacolo Un monde en soi, e la senegalese Germaine Acogny, che il 10 settembre andrà in scena con il suo proclama di gioia e speranza intitolato Facing up to hope.
Ci sarà anche l'Italia, naturalmente: con Pippo Delbono, Carla Rizzu e Paola Vezzosi. L'attore-autore ha presentato Racconti di giugno, a metà tra danza e teatro, realtà e finzioni sceniche. Rizzo e Vezzosi, vincitrici ex-aequo del concorso di coreografia Danz'è, chiuderanno il festival con due appuntamenti coprodotti dal festival, intitolati, rispettivamente, Eat 26, che sarà proposto dalla compagnia Nervitesi, mentre la compagnia Adarte presenterà Alter, sul tema del riconoscimento nell'alterità.