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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 17:26.
A Roma nel Maxxi di Zaha Hadid ha trovato casa un "museo 2.0", un museo di partecipazione che punta tutto sulla comunicazione. Un contenitore culturale che cerca di interessare gli operatori di settore ma che vuole avvicinare chiunque al mondo dell'arte e dell'architettura. Il Maxxi, il museo delle arti del XXI secolo disegnato dall'archistar anglo-irachena ha da poco compiuto i suoi primi cento giorni e in questi primi mesi ha accolto 140mila visitatori, ma ha avuto anche 731mila contatti web e conta una community online con 13mila partecipanti.
Non è solo un contenitore reale ma anche una piattaforma virtuale: il Maxxi si confronta con il mondo web per offrire e scambiare contenuti. «I numeri ci danno ragione, la quantità di visitatori è veramente imponente – ha detto Pio Baldi, presidente della Fondazione Maxxi oggi in occasione dell'evento "100+100 al Maxxi. Risultati dei primi 100 giorni e programmi per i prossimi 100 -. In più, ci stiamo avvicinando sempre di più al modello di un museo di partecipazione, che non solo emette contenuti, ma li riceve anche».
Per la Fondazione Maxxi il museo è un bene prezioso che va riempito di contenuti e iniziative, che deve stare al passo con i tempi, e anticiparli magari. Il Maxxi è arrivato tardi sulla piazza internazionale, rispetto ad altri musei come la Tate Modern di Londra o il Moma di New York; undici anni dopo il primo schizzo della Hadid che si era aggiudicata il concorso internazionale nel 1999. Tardi ma il progetto della Hadid era stato sviluppato per offrire un luogo flessibile, pronto a rispondere all'evoluzione della rappresentazione delle arti. «Un boomerang di sei linee ricurve che scivolano parallele tra loro. Striano il campo in cui fluiscono» è questo il concept del museo inaugurato la scorsa primavera, come lo descrive Joseph Giovannini nel libro "Maxxi Museo delle arti del XXI secolo", un volume curato da Gianluca Racana e Manon Janssens per Skira-Rizzoli, presentato ufficialmente oggi.
Un diagramma che la Hadid aveva già sperimentato in altri suoi primi progetti, nell'ottica di realizzare non tanto una scultura ma piuttosto un progetto paesaggistico, integrato con il tessuto urbano del nuovo quartiere Flaminio. Dove proprio grazie all'Auditorium di Renzo Piano e al Maxxi della Hadid è nato un nuovo polo della cultura. La storia del Maxxi viene raccontata in questo volume, «l'unico ufficiale» precisa la casa editrice, con schizzi di studio, modelli e fotografie di cantiere, ma sarà oggetto anche di un racconto fotografico dal titolo "Maxxi cantiere d'autore" che sarà in mostra dal prossimo 15 dicembre.