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Cultura-Domenica Arte

Scrittrici nate sotto i Sassi

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 09:13.

Scrittrici alle prime armi, il vostro futuro è rosa. Fuori i manoscritti dal cassetto, idee ben ordinate, discorsetti semplici e via, passate un weekend a Matera nei prossimi tre giorni, a partire da oggi. La Mecca del l'editoria femminile è, infatti, qui; e da ben sette anni. Il Women Fiction Festival, nato nella città lucana grazie a un'idea di Elizabeth Jennings – scrittrice americana trapiantata in città – è diventato un punto di riferimento unico in Europa grazie a un'invenzione semplice ma efficace. Fare incontrare le aspiranti autrici con le editor: chi vuole pubblicare un libro con chi lavora all'interno delle case editrici.
La chiamano la «Borsa del Libro», ed effettivamente richiama i meccanismi del mercato azionario, dove domanda e offerta si incontrano, a volte subito, altre con più lentezza. Anzi. Poiché le autrici arrivano copiose, anche dall'estero, oggi sono addirittura le case editrici a richiedere di partecipare. Per esempio Patricia Chendi, direttore editoriale di Sonzogno, etichetta appena rilevata da Marsilio. «Sì, sono molto felice di andare – spiega – e spero di trovare qualche buon libro. Anche perché la Sonzogno parte decisa su questo fronte femminile e son sicura che le attese verranno premiate, sia da parte nostra che delle autrici». E poi Sonzogno ha in casa un nume tutelare della letteratura femminile come Liala («alla quale vorrei – si sbilancia la Chendi – che il Festival l'anno prossimo riservasse uno spazio speciale») e ha già avuto risultati: un libro di Gabriella Genisi, La circonferenza delle arance, maturato, è il caso di dirlo, da queste parti.
Chi le edizioni le ha viste tutte è Alessandra Bazardi, direttore editoriale di un colosso del settore come Harlequin Mondadori. «Noi siamo anche sponsor della manifestazione – dice dal treno che la porta a Matera –. Qui davvero ogni editore può trovare quello che sta cercando. Siano romanzi storici, thriller, scrittura letteraria o il classico romanzo rosa». Che è diventato, tra l'altro, un comparto niente affatto trascurabile dell'editoria. Paola Ronchi, direttore generale di Harlequin (da tutti identificata con la sigla Harmony) ammette che il genere non è ancora stato del tutto sdoganato, come è invece avvenuto per il giallo, ma i dati sono significativi. «Senza il genere rosa – dice – il comparto editoriale italiano e mondiale subirebbe un enorme contraccolpo: un terzo dei libri venduti in Usa è rosa, in Italia sono oltre 6 milioni di copie all'anno».

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Tags Correlati: &Sperling & Kupfer | Borsa Valori | Cultura | Daniela De Rosa | Elizabeth Jennings | Emilia Marasco | Gabriella Genisi | Giulia Ichino | Harlequin Mondadori | Italia | Kowalski | Ricciarda Barbieri | Sabine Schultz | Sonzogno

 

Le autrici non sempre sono pronte. «A volte hanno il manoscritto bello e finito – dice la Bazardi – altre volte è buona solo l'idea, poi c'è da lavorare sul testo. Anche il pubblico delle lettrici è variegato: nella nostra esperienza si va dalle casalinghe alle laureate, dalle 30-40enni alle ragazzine. Tanto che anche l'e-commerce di questi libri va bene e tende a crescere ancora».
Intendiamoci: quando l'accoppiata autore-editor funziona la cara vecchia carta è imbattibile. Da Matera, per dire, è spuntato uno dei casi editoriali dell'anno scorso: Il conto delle minne di Giuseppina Torregrossa. La scintilla stavolta è scoccata in una libreria (segno che tutta la città è coinvolta nell'aria del festival). L'autrice sorprende Giulia Ichino, la editor di Mondadori, tra le più brave della nuova generazione, invitata alla manifestazione, che leggiucchia un suo precedente titolo. «Qualche minuto di conversazione – racconta la Ichino – poi si rimane in contatto». Il risultato finale è l'exploit delle Minne. A oggi 40mila copie vendute in edizione cartonata e 15mila in tascabile. E un'autrice conquistata: «il suo prossimo libro – svela la Ichino – Manna e miele, ferro e fuoco, uscirà il prossimo aprile». La Ichino ha anche sottratto alla concorrenza (è il mercato, del resto...) Emilia Marasco che, dopo l'esordio con Tea, pubblicherà l'anno prossimo, a febbraio, da Mondadori, Famiglia: femminile plurale, storia, manco a dirlo, di donne postmoderne. «Matera è un ambiente più tranquillo di altri festival – dice la Ichino – dove si valuta il singolo testo, senza tanti ragionamenti su collane, case editrici eccetera». E dove si parla molto più di editoria che di autori. «Io ero stata invitata per una tavola rotonda – ricorda Sabine Schultz, editor di Tea –. Ma poi sono stati decisivi gli incontri con le autrici». Tra queste ecco la Daniela De Prato, autrice udinese, che con Il sole negli occhi ha dato un buon risultato alla Tea. «La prima tiratura è esaurita, lo stiamo per ristampare». Non male per un libro uscito in primavera.
Quest'anno, a disposizione delle scrittrici, ci saranno Ricciarda Barbieri (Sperling), la Chendi (Sonzogno), Daniela De Rosa (Kowalski), la Bazardi (Harlequin) e poi agenti e editor straniere. In attesa di sapere chi sarà la prossima autrice da scovare sotto i Sassi.
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Gli appuntamenti
- Prende il via oggi il Festival di Matera. Alla Borsa del libro le autrici presentano in dieci minuti i loro progetti alle editor delle case editrici. Poi incontri, tavole rotonde sull'editoria, reading. E un premio, la Baccante, assegnato quest'anno a Licia Troisi, giovanissima (21 anni) autrice di bestseller di genere fantasy.
Info: www.womensfictionfestival.com
I casi editoriali
G. Torregrossa Siciliana, ha raggiunto il successo con l'ultimo romanzo: 50mila copie
D. De Prato Friulana, lavora nei musei. Ha esordito questa primavera
Due delle autrici scoperte al Women Fiction Festival di Matera. I loro libri sono diventati piccoli casi letterari: in particolare quello della Torregrossa ha superato tra hardback e tascabile le 50mila copie vendute in libreria. Il libro della De Prato è invece a quota 5.000

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