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La Woodstock di Grillo: musica e anti-politica

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2010 alle ore 15:11.

CESENA - Canticchia «I feel good» prima di lasciare il palco alla musica. Di motivi per stare bene Beppe Grillo ne ha parecchi. Perché all'ippodromo di Cesena, nel cuore della Romagna dove quattro anni fa fu celebrato il primo Vaffa-day e dove ieri i grillini hanno lanciato la loro Woodstock, il comico genovese ha fatto capire che c'è.
Ci sarà anche alle prossime politiche, che si disputino a breve o nel 2013. «La politica è il nulla – esordisce – e noi voliamo nei sondaggi». Non solo lì, evidentemente, visto che alle ultime amministrative il Movimento 5 stelle ha incassato 500mila preferenze.

Un gruzzoletto che incute rispetto e genera preoccupazione. Al punto che, tre giorni fa, Pierluigi Bersani l'aveva messa giù così. «Attorno a lui c'è gente acculturata, che maneggia tecnologie, che non è sprovveduta. Non sottovalutiamoli». E, forse, dopo ieri, il numero uno del Pd avrà trovato conferma ai suoi timori.

È bastato infatti vedere il comico genovese salire sul palco per avere la certezza che la Cesena grillina è un po' meno musica rispetto alla Bethel del '69: è soprattutto il il manifesto di un movimento nato per insaporire «il minestrone andato a male». Come Grillo definì la politica nostrana quando salì in cattedra a Oxford per una lezione-show.

Certo, poi, parole come «politica» e «partito» continuano a fargli venire l'orticaria. «Noi siamo veri, e in questi due giorni qui ci sarà una vera rivoluzione delle idee. Non siamo più – avverte – nella voce "altri"». Sa di contare Grillo e ci scherza sopra. «Mi ha telefonato Bono degli U2 e mi ha detto: non è che ti stai montando la testa? Guardate cosa abbiamo messo su senza chiedere un soldo a nessuno». Quindi alza gli occhi («spero che venga a piovere»), ma è solo l'anticamera di un'altra provocazione. «Prima di andare via ognuno si porti a casa un po' di fango, è il fango più pulito d'Italia». C'era fango anche a Bethel, nel '69, ma sembra essere l'unico punto di contatto con la Woodstock 2010. «Non siamo più come 40 anni fa - ragiona Grillo -. Noi siamo un'altra cosa, voliamo alto, saranno due giorni di volo pindarico. Qui parte un sogno».

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Tags Correlati: Antonio Di Pietro | Beppe Grillo | Bethel | Dario Fo | Gianfranco Fini | Giovanni Favia | Italia | Musica | Pd | Pierluigi Bersani | Piero Fassino | U2 | Woodstock

 

Dove voglia arrivare solo lui lo sa. Ma c'è già chi, come Antonio Di Pietro, si attrezza per nuove e proficue alleanze. «Negli ultimi giorni ho notato un obiettivo abbastanza diffuso: quello di dividere me e Beppe - scriveva ieri l'ex pm sul suo blog -. Ma non ci riusciranno». Grillo però dal palco glissa. «Non parlo di Di Pietro: è una persona perbene, io lo stimo, lui è un partito politico, noi un movimento». La differenza? «Noi abbiamo un portale, ognuno può votare e criticare, noi parliamo del futuro e oggi siamo gli unici che hanno un programma». Intanto, però, uno sguardo al passato lo lancia quando dice che «siamo squadristi della raccolta differenziata, quelli che la raccolgono una cicca e la mettono nel contenitore». Una battuta contro Piero Fassino che alla festa Pd di Torino aveva dato degli «squadristi» ai grillini per la contestazione al presidente del Senato, Renato Schifani.

Gira che ti rigira la politica torna sempre. Anche quando Dario Fo riconosce a Gianfranco Fini, dopo il videomessaggio di ieri, di essere stato «intelligente e coraggioso» perché pronto a dimettersi se verrà provata la responsabilità del cognato. E, mentre parla, il cielo plumbeo sta lì a minacciare i presenti. «Siamo ad oltre 30mila prenotazioni tra hotel, tende e camper, un bel risultato», annuncia Giovanni Favia, mister 160mila voti, che aveva fissato l'obiettivo a centomila. Ma tant'è. Il popolo grillino ha risposto anche stavolta.

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