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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2010 alle ore 15:50.
Le star cinematografiche statunitensi scelgono sempre di più la tv. Ed anche in Italia la tendenza degli attori ad essere versatili a 360 gradi è ormai - fortunatamente, verrebbe da aggiungere - una prassi. Una tendenza, quella degli interpreti statunitensi o inglesi, già in voga da alcuni anni, ma che in questa stagione si perpetua con forza, a dimostrazione di una volontà e capacità attoriale a tutto tondo e di opportunità che la tv, a livello registico, di storie, di linguaggi, sembra offrire.
Una stagione che in Usa si è aperta, da pochi giorni, con una serie che vede la presenza di star, sia dietro che davanti la macchina da presa: parliamo di «Boardwalk Empire», con Steve Buscemi e, soprattutto, con la regia di Martin Scorsese, che si unisce alla sceneggiatura di Terence Winter, creatore dei «Soprano». Un successo già dall'esordio, per una produzione che ripercorre il periodo del proibizionismo. Un esempio, dunque, di grandi nomi che scelgono la tv, come mezzo attraverso il quale raccontare con qualità.
Scelta che tanti attori compiono, partecipando a prodotti che stanno ottenendo riscontri positivi anche sui nostri schermi: se «Big love», in onda su Fx, rappresenta la summa di questo trend, con un cast stellare che va da Sissy Spacek a Jeanne Tripplehorn, da Bruce Dern a Clöe Sevigny, tante altre - appena riprese in questo avvio di stagione- presentano divi del cinema di prima grandezza. «Damages», ad esempio (in chiaro su Raidue), ci propone ancora una volta Glenn Close in grande forma, nei panni di un avvocato.
E ancora: Tim Roth in «Lie to me», Laurence Fishburne in «Csi», Joe Mantegna in «Criminal Minds», Gary Sinise (candidato all'Oscar per «Forrest Gump»), in «Csi New York», Kiefer Sutherland in «24», di cui sono attualmente in onda le ultime puntate. Anche il padre di quest'ultimo, il grande Donald Sutherland, è attualmente tra i protagonisti di una miniserie proposta da SkyCinema, ovvero «I pilastri della terra», ma era già nel cast (anche questo stellare) dell'appena concluso «Dirty Sexy Money». E ancora, la bravissima Toni Colette, in «United States of Tara» (su Mya), una serie ideata da Spielberg e che si avvale della sceneggiatura di Diablo Cody, Oscar per «Juno»; o Charlie Sheen, divo di «Platoon», oggi superstar della sit-com «Due uomini e mezzo» (su Joi).