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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2010 alle ore 14:25.
Mercoledì 17 gennaio. Giornata amarissima. Con il sole di tanto in tanto visibile abbiamo rilevato le nostra posizione all'ora del pranzo, prima e dopo la cena e di notte alle diciannove e alle due. Il tempo non era limpido, l'aria era piena di cristalli di neve che ci colpivano in viso durante la marcia verso il sud e l'orizzonte era grigio, opaco e fosco. Non abbiamo più trovato cumuli o bandiere: dalla direzione delle tracce di Amundsen di questa mattina si può pensare che abbia seguito una rotta deviata di circa tre miglia. Speriamo che domani il tempo schiarisca, ma in ogni caso siamo tutti d'accordo che a lui spetta la priorità di aver raggiunto il polo.
Ci ha battuto perché ha fatto di questa impresa una gara. Noi abbiamo fatto quanto ci eravamo proposti e quanto era previsto dal nostro programma. Dalle loro tracce riteniamo che qui siano arrivati due uomini sugli sci con molti cani tenuti a una dieta ristretta; dovevano avere una tenda ovale. Abbiamo dormito una notte al polo cenando con una doppia razione di zuppa insieme ai pochi pezzetti di cioccolato che ci sono rimasti e fumando una sigaretta di quelle donatemi da Ber, molto apprezzate da Scott, Oates e Evans. È stata una giornata faticosa che concludiamo infilandoci in un sacco a pelo irrigidito dal gelo.
Giovedì 18 gennaio. Nella mattina siamo passati accanto al campo posto all'estremo sud dai norvegesi; lo hanno battezzato "Polheim" lasciandovi una piccola tenda con la bandiera norvegese e quella della Fram e con diversi oggetti all'interno: fra questi, mezzi sacchi a pelo di renna, calze per la notte, due paia di calzoni di renna, un sestante e un orizzonte artificiale, un ipsometro con tutti i termometri rotti. Dell'ipsometro ho preso il fornello ad alcol che può servirmi per la sterilizzazione e per la preparazione con la neve di soluzioni disinfettanti.
C'erano anche alcune lettere. Amundsen ne aveva indirizzata una a re Haakon unendola alla preghiera che Scott la facesse recapitare al destinatario. I norvegesi sono arrivati al polo il 16 dicembre e vi sono rimasti dal 15 al 17. Dal nostro campo di sosta per il pranzo abbiamo avvistato a circa mezzo miglio di distanza un pattino da slitta con una bandiera nera. Scott mi ha mandato a prenderlo e vi ho trovato una nota che fissava in questo punto la posizione definitiva del polo accertata dai norvegesi. Mi è stata affidata la bandiera e la nota con la firma di Amundsen; in più ho preso un pezzo del pattino da slitta.