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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 18:20.
Alla Buchmesse la notizia del Nobel per la letteratura, assegnato in maniera sacrosanta a Mario Vargas Llosa, si diffonde in un baleno. Nella sala stampa, appena sullo schermo di una minuscola tv appare il segretario dell'Accademia di Svezia, i giornalisti si assiepano. Al nome del peruviano qualcuno applaude, molti sorridono, nessuno protesta. Tutti si attaccano al cellulare.
Il tempo di arrivare allo stand dell'editore spagnolo Alfaguara, che pubblica tutta l'opera dello scrittore, a nemmeno un minuto dalla sala stampa e da un tavolo spuntano le bottiglie: vino rosso, aranciata, acqua. Niente champagne. Ma una raggiante Pilar Reyes, direttore editoriale di Alfaguara, non se ne cura. Scrive Premio Nobel in rosso sulla gigantografia di Vargas Llosa che domina lo stand. E si butta a capofitto tra i microfoni di radio e tv e davanti ai taccuini dei cronisti.
«Che gioia! Se lo merita proprio, Mario. Ho provato a chiamarlo, ora non rispode. Ci siamo visti due settimane fa, l'ultima volta, per correggere le bozze del suo prossimo romanzo». Se lo aspettava? «Forse no - spiega Reyes - ma di certo non lo coglie impreparato. E credetemi per tutta l'America latina e per la letteratura di lingua spagnola questa vittoria è e sarà fantastica. Non lo dico perché sono l'editore, ma perché Mariolino se lo merita». Lo scrittore è a New York. Sta tenenendo dei corsi a Princeton su Borges e, in generale, sulla teoria della letteratura. Raffinatissimo lettore, intellettuale di grande spessore, scrittore attento all'opera dei classici e dei colleghi almeno quanto alla sua.
«Eravamo a Londra, qualche anno fa - ci dice Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi, l'editore che pubblica in Italia Vargas Llosa, traduttore e amico personale dello scrittore - a cena con altri scrittori. Ebbene Mario non cessava di raccontare di libri, non di suoi, di quelli degli altri commensali e delle sue letture. Legge con entusiasmo, è prodigo di consigli. Ha un fiuto eccezionale per la letteratura: non a caso, quando lo coinvolgemmo nel progetto del Romanzo di Franco Moretti, il suo contributo fu fenomenale». Non solo. «È davvero generoso. Capace di scriverti per dirti: pubblica questo autore! Mi capitò con Javier Cercas, dal quale era molto colpito. Purtroppo non sono riuscito a pubblicarlo…»