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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 19:16.
Visti, piaciuti. La storia dell'incontro tra Alex Rigola e la Biennale di Venezia potrebbe riassumersi così. Lui, quarantenne regista teatrale di Barcellona, ha accettato di diventare il nuovo direttore della sezione Teatro della Biennale non appena il Presidente Paolo Baratta glielo ha chiesto.
La loro idea di che cosa debba essere oggi il teatro combaciava perfettamente: teatro come formazione, come ricerca, come laboratorio. E anche la loro idea della Biennale combaciava: un'istituzione internazionale, in una città internazionale come Venezia, che deve dilatare lungo tutto l'anno le proprie attività artistiche (siano esse cinema, teatro, danza, musica o arti visive), fino a sfociare poi nei grandi appuntamenti pubblici rappresentati dai Festival dei vari settori.
Se è vero che l'idea del laboratorio teatrale era già stata avviata dal precedente direttore Maurizio Scaparro, a Rigola si deve l'accelerazione impressa alla Biennale Teatro, che viene non solo dalla sua giovane età, ma anche dalla concezione che i laboratori debbano essere la parte centrale di un festival, non qualcosa di satellitare.
Per far questo ha invitato a Venezia sette grandi nomi della scena internazionale, perché tengano sette laboratori, della durata di cinque giorni ciascuno, con attori professionisti selezionati da tutto il mondo. «Il laboratorio internazionale di arti sceniche, che abbiamo appena avviato qui a Venezia, sarà il campus tecnico teatrale più grande al mondo per concentrazione di professionalità internazionali» - annuncia con orgoglio il neodirettore.
A guardare i nomi dei registi che sono stati chiamati per gli workshop c'è da credergli.
Il primo ad iniziare è stato Romeo Castellucci (dal 12 al 16 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale di Venezia), leader della Socìetas Raffaello Sanzio e capofila della ricerca in Italia; dopo di lui si succederanno l'argentino Rodrigo García (alla Sala delle Colonne di Ca' Giustinian, dal 22 al 26 ottobre), altro «guastatore» della scena contemporanea; il fiammingo Jan Lauwers (dal 25 al 29 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale); l'attore, regista e drammaturgo argentino Ricardo Bartís (alla Sala delle Colonne dal 30 novembre al 4 dicembre); Thomas Ostermeier, dalla Germania (al Teatro Piccolo Arsenale dal 27 al 31 dicembre); lo spagnolo Calixto Bieito (dal 7 all'11 febbraio 2011 alla Sala delle Colonne) e infine un settimo regista di cui ancora non è stato reso noto il nome. Sette artisti chiamati da Alex Rigola ad interrogarsi e ad esprimersi intorno al tema dei «7 peccati capitali oggi».