Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 10:11.
Gigi, aspirante social media specialist, cerca inutilmente di nascondere l'imbarazzo da webcam nella cameretta, tra vecchi fumetti e angoli di poster. Alberto, che vuole cambiare posto in banca, ha invece scelto la sostanza: si presenta davanti a un muro bianco e spara le sue competenze professionali veloce come un mitragliere e preciso come un cecchino. Valentina cura la luce, che arriva morbida e soffusa da un lato, e la scenografia, minimalista come un quadro astratto, per non parlare dell'impeccabile tailleur. E poi c'è Daniele, che con il grandangolo sparato e la luce da gothic horror sembra appena uscito da un classico del cinema espressionista tedesco.
Sorridi, sei in diretta: in diretta al colloquio di lavoro. Nell'era di YouTube e della crescita zero, del video-quindi-esisto e del non-lavoro-quindi-non-esisto, anche il tradizionale e schematico cv viene sempre più spesso affiancato da estrose clip. Trend emergente? Moda passeggera? Fenomeno di nicchia per professioni creative? Di sicuro le brevi clip non sostituiscono il colloquio, ma possono essere utili per il primo screening dei candidati, naturalmente in accoppiata con il cv scritto. All'estero da tempo esistono portali di recruitment che con alterne fortune puntano sui videomessaggi, per esempio l'irlandese CVizz, attivo dal 2007, o lo statunitense InterviewStudio. In Italia il pioniere nel settore è UannaBe, online dal settembre 2009: prevede la registrazione di video da trenta secondi in risposta alle inserzioni. «La videorisposta nasce da un'idea di "social recruiting" - spiegano al portale - un nuovo approccio alla selezione che si basa sul dialogo e il confronto: più chiare e trasparenti saranno le informazioni comunicate, più facile e veloce sarà la possibilità che ci sia l'incontro con i giusti candidati».
Le ormai centinaia di videocurricula stivati nei server di UannaBe - assieme ai tanti altri, sparsi su YouTube - stanno così diventando una specie di archivio dell'autorappresentazione del lavoro nel terzo millennio. Ed è una marea che si ingrossa di giorno in giorno. In Disney, dove il videocurriculum non è richiesto, lo tsunami delle clip è arrivato lo stesso: «Alcuni candidati di propria iniziativa ci inviano periodicamente presentazioni in formato video - spiega Cecilia Azzali, human resource coordinator - in alcuni casi si tratta di veri e propri filmati con canzoni, cortometraggi o book fotografici».