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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 16:19.
Assomiglia al padre, Jim Loach, non tanto per l'aspetto fisico quanto per l'atteggiamento mite e cortese che nasconde un carattere di ferro e soprattutto per quella «grande integrità morale» che Emily Watson, protagonista del suo film d'esordio, «Oranges and sunshine», presentato in concorso al Festival di Roma in anteprima mondiale, gli riconosce come sua principale e imprescindibile caratteristica.
«Ti uccide con la sua gentilezza, ma sa guidarti con una decisione e una chiarezza di visione narrativa eccezionali, perché sotto sotto è un maniaco del controllo e non gli sfugge nemmeno un dettaglio. Ciò nonostante il suo set è rilassato, very easy, e nessuno si lamenta, neanche se sono tutti costretti a fare sei lavori a testa per ovviare alla povertà del budget. Davvero, non avrei potuto trovarmi in mani migliori», conclude la Watson.
Jim, 41enne figlio del leggendario Ken Loach, uno dei capostipiti del Free cinema e ancora oggi regista impegnato e ostinatamente contro, ha ereditato dal padre anche lo spirito polemico e il gusto per la provocazione.
«Siamo felici di presentare Oranges and Sunshine in anteprima proprio a Roma, che è la casa del Papa e ci piacerebbe estendergli un invito all'anteprima, ma le probabilità che accetti ci sembrano minime», dice Jim con ironia. «Oranges and Sunshine» affronta infatti uno scandalo che coinvolse direttamente la Chiesa cattolica tra il 1930 e il 1970: la deportazione di migliaia di bambini inglesi in Australia, dove vennero rinchiusi in orfanatrofi e subirono orribili abusi.
Qual è oggi la posizione ufficiale della Chiesa al proposito? «Non ce n'è una», dice Loach junior, con quel sorriso a metà fra il bonario e il sarcastico, «ma la invito a porre questa importante domanda a chi di dovere, e se ottiene una risposta, la prego, ce la riferisca».
In che modo la Chiesa potrebbe fare ammenda su questa questione? «Le scuse sono gradite ma da sole non bastano. Bisogna che la Chiesa, come tutte le altre istituzioni, permettano il libero accesso a chiunque voglia investigare su questioni come questa. Finora ci sono stati troppo insabbiamenti e depistaggi e la verità su certi temi, come l'abuso dei minori all'interno della Chiesa, non è ancora emersa completamente».