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Violenza, sesso, ironia ad Atlantic City: Martin Scorsese si trasferisce sul piccolo schermo

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 18:49.

Fin dalla prima inquadratura si capisce che «Boardwalk Empire» non è un telefilm qualsiasi, ma un film breve che ha scelto di approdare sul piccolo schermo senza sacrificare nessuna delle ambizioni del grande cinema. Del resto, dietro la cinepresa dell'episodio pilota c'è Martin Scorsese, che per la prima volta si è cimentato con un prodotto televisivo per il canale statunitense a pagamento Hbo.

In Italia sarà Sky cinema a mandare in onda i 12 episodi di «Boardwalk Empire» (i successivi diretti da altri registi) a partire dal 3 gennaio, ma al Festival di Roma è stata mostrata in anteprima la puntata iniziale di 70 minuti, che porta ovunque la firma del regista italoamericano. La serie, costata oltre 60 milioni di dollari, di cui 18 solo per il primo episodio, è ambientata prevalentemente nell'Atlantic City del 1920, e lo sforzo produttivo per ricostruire il molo del New Jersey che riuscì a sottrarsi ai divieti del Proibizionismo, nonché una miriade di interni d'epoca, giustifica da solo il budget faraonico (per gli standard televisivi). Senza contare che fra gli interpreti principali ci sono affermati attori cinematografici come Steve Buscemi, Michael Shannon e Michael Pitt.

E' proprio Pitt ad accompagnare a Roma l'episodio pilota, sostituendosi a Martin Scorsese che ha già esaurito il suo star power nel promuovere qualche giorno fa il restauro effettuato su «La dolce vita» dalla fondazione che porta il suo nome. «Nella serie, che in America è già alla seconda stagione, sono Jimmy, un giovane un veterano della Seconda guerra mondiale che, tornato a casa, non riesce a trovare lavoro», dice Pitt, che nel film somiglia in modo impressionante al Leonardo Di Caprio di «Gangs of New York» e «The departed», non a caso firmati da Scorsese. «Jimmy allora chiede un'opportunità al suo mentore, Nucky Thompson, il boss del crimine interpretato da Steve Buscemi». Nucky, grazie anche alla simpatia personale di Buscemi, è un cattivo assai attraente, nonostante si cimenti con prostituzione, gioco d'azzardo e contrabbando di liquori, senza disdegnare assortiti atti di violenza contro i suoi nemici.

Il boss si muove nel microcosmo del crimine organizzato che, nel solo episodio pilota, ha radici italiane, ebraiche, irlandesi e est europee: ci sono anche guest star come Al Capone e Lucky Luciano, che fanno la loro comparsa già nella prima puntata. La quantità di violenza e nudità (due nudi integrali femminili e una lunga scena di sesso condita di ironia) e il linguaggio sboccato caratteristici del cinema di Scorsese si trasferisce pari pari sul piccolo schermo, dove certamente farà più sensazione. E i temi trattati sono impegnativi, a cominciare dal rapporto padre-figlio che si instaura fra Nucky e Jimmy, per proseguire con un ritratto inquietante della corruzione nelle istituzioni: Nucky è un tesoriere con fortissimi agganci politici, e uno dei suoi fiancheggiatori è un pezzo grosso della polizia.

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Tags Correlati: Al Capone | Cinema | Fatty | Gangs of New York | Italia | Leonardo Di Caprio | Lucky Luciano | Mark Wahlberg | Martin Scorsese | Michael Shannon | Nucky Thompson | Roscoe | SKY | Stati Uniti d'America

 

«Boardwalk empire» è già stato venduto in oltre 130 paesi, per la gioia dei produttori Martin Scorsese e Mark Wahlberg, l'attore apparso, fra l'altro, in «The departed», e l'episodio pilota è stato visto in America da oltre 7 milioni di spettatori. L'idea iniziale è del padre produttivo dei Sopranos, Terence Winter, sulla base del romanzo «Boardwalk empire: the birth, high times and corruption of Atlantic City».

Ed è quasi un peccato vedere l'episodio pilota sul piccolo schermo, perché tiene benissimo anche sullo schermo gigante: oltre ad essere cinematografico per grandeur, virtuosismo registico e capacità narrative, «Boardwalk Empire» è infatti ricco di omaggi alla Settima arte, compresa la sequenza davvero sinistra tratta da un film muto con Roscoe «Fatty» Arbuckle che, all'arrivo del Proibizionismo, seppellisce simbolicamente una bottiglia di whiskey - proprio lui, che nella vita fu mandato in galera per aver violentato una minorenne con una bottiglia di liquore.

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