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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 09:36.
I fan di Facebook erano scettici circa le possibilità di riuscita di un film sul loro non-luogo di elezione. E invece The Social Network ha conquistato la generazione under-25 che negli Stati Uniti ha rappresentato il 55% degli spettatori di un blockbuster da 150 milioni di dollari (in un mese), ovvero tre volte il budget di produzione: non male per un autore, David Fincher, che dopo i successi Seven e Fight Club aveva deluso con Il curioso caso di Benjamin Button, nonostante la presenza di Brad Pitt. The Social Network non poteva neanche vantare una star, giacché Justin Timberlake vi ricopre un ruolo minore, e la storia si concentra sul poco noto Jesse Eisenberg nei panni di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook.
The Social Network ha saputo creare attesa nella generazione web attraverso una campagna di marketing virale cominciata tre mesi prima dell'uscita americana con un trailer in rete a schermo nero su cui apparivano cinque termini per descrivere Zuckerberg: punk, genio, profeta, traditore, billionaire. Un mese dopo, un altro trailer snocciolava alcune battute del film, digitate in forma di chat: una strategia di marketing che ha gratificato l'ego degli utenti del web, mostrando di conoscerne bene i codici di comunicazione.
Le numerose anteprime per i media tradizionali hanno fatto il resto, catapultando The Social Network in prima pagina come «il film dell'anno». E la ciliegina sulla torta l'ha messa Zuckerberg, noleggiando un cinema di Palo Alto che proiettava il biopic e spedendoci tutti i suoi dipendenti.