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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 20:25.
Dalle prime righe è naturale chiedersi: "ma se al primo gemito il padre non gli avesse posto in mano una matita, chi sarebbe stato Ettore Sottsass?". Chissà, questo purtroppo al semplice lettore non è dato saperlo, magari chi gli ha vissuto accanto, per lavoro, amicizia o diletto, un'idea ce l'ha. Beh, sicuramente scrivere o meglio voler scrivere e pubblicare è sempre stato un suo desiderio e una sua attitudine, come disegnare e dipingere.
Tenetevi pronti a viaggiare a vele spiegate, con uno skipper d'eccezione, nell'Italia della guerra, dell'avvento del Fascismo, ma anche dell'immediato dopoguerra, dell'industria, della Fiat, del design contemporaneo.
Il testo è permeato di grandi nomi, di personaggi illustri che hanno fatto la storia, la storia dell'architettura e dell'arte, distinte dallo stesso Sottsass che scrive: «…..la parola arte, cioè l'arte, bella parola come lo zucchero da mettere su tutto quello che è amaro, riguarda soltanto la pittura e la scultura, oggetti che si vedono nelle gallerie o nelle aste, mentre esclude l'architettura e le cosiddette arti decorative o arti minori che sarebbero i tappeti, i mobili, le ceramiche, i gioielli e tutte queste cose, appunto, minori. Ad ogni modo ho sempre pensato che l'architettura non è altro che il disegno di un posto artificiale che "si abita"……..con il proprio corpo e con la propria anima……..».
E poi ancora l'incontro con Gianni e Giorgio Agnelli, per il progetto di una palestra in casa, con il marchese Orengo come disegnatore di un libro sui cocktail. Nelson che gli offre il suo primo lavoro da architetto in America, Roberto Olivetti e Mario Tchou per il progetto del grande calcolatore italiano, ma anche Giò e Lisa Ponti, Hemingway e tanti altri.
Sottsass non segue una cronologia dettagliata, salta facilmente da un periodo altro della sua vita, da un evento all'altro senza una spiegabile connessione. E' come se Scritto di Notte raccogliesse si i pensieri notturni di Ettore, quelli condivisibili perché forse comuni a più persone della sua generazione: viaggi, progetti di lavoro, il concorso INA Case, l'insegnamento alla Triennale, ma anche quelli più intimi: paure, timori, affetti e amore. Una lettera con destinatario Ettore Sottsass per ricordare, non dimenticare o forse per rivivere le emozioni di un tempo.