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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2010 alle ore 22:02.
L'album precedente, Orchestraevoce, ha venduto 100mila copie. Erano cover, di classici italiani degli anni 60 – e le cover, si sa, sono una garanzia di massima resa scommettendo il meno possibile. Quest'anno, però, Francesco Renga si affida a dodici brani nuovi: Un giorno bellissimo uscirà il 23 novembre. «Farmi spaventare da un disco di inediti? Proprio no. Credo che spaventi molto di più la mia casa discografica, quello sì. E che siano preoccupati, me ne accorgo quotidianamente».
E' un periodo pesante, dopotutto…
«Sì, ma credo che le case discografiche in questa crisi abbiano delle pecche pesanti. Non sono riuscite a prevederla, non sono riuscite a gestirla, non ne hanno visto il nascere e non ne vedono la fine. Stanno cercando di recuperare posizioni nel modo più drastico possibile, quindi tagliando posti e cercando di risparmiare. Ma il problema principale è che non sono riuscite ad assolvere a quelli che sono i loro compiti, delegando il lavoro per esempio alla televisione. La casa discografica doveva fare da talent scout, trovare artisti e farli crescere anche attraverso errori e passi falsi. Ti dava la possibilità di crescere, insomma. Ora la gavetta si fa in tv. Ma non solo: un altro errore le major lo fanno alle spalle di questi ragazzi dei talent show, cioè prenderli, usarli per un successo stagionale e poi lasciarli a loro stessi. E se si sfrutta l'effimero di un momento, di una situazione favorevole, si evita di risolvere i veri problemi».
Il disco, però, esce su etichetta Universal: a differenza di altri artisti, tu la major non l'hai lasciata per tentare strade nuove.
«E' perché ancora credo ancora nella vera funzione della casa discografica. E credo che queste aziende vadano sostenute, perché il pericolo che corrono è grande. Il problema non è quanti artisti se ne vanno, il rischio è che le case discografiche scompaiono davvero: quante ce ne saranno ancora tra tre, quattro anni? Chi ci lavorerà ancora? Penso tutto sommato che sia il posto giusto nel quale continuare a fare questo mestiere, finché me ne daranno la possibilità...».
Una prima sperimentazione, però, l'hai fatta con la presentazione del cd: dal vivo, in diretta da una cantina della Franciacorta, trasmessa in cinema 3D. E' perché ti appassionano le tecnologie?