Il ritorno dei mondi possibili (e virtuali) di Franca D'Agostini (Filosofa) L'idea-guida del futuro decennio forse potrà essere l'idea di mondi possibili, «un paradiso per il filosofo», come scriveva David Lewis. È un'idea a cui in passato non si prestava molta attenzione: perché si era prigionieri di un realismo restrittivo, inchiodato al mondo attuale, oppure perché si tendeva a sfuggire nell'utopia dei mondi altrove, guardando alla possibilità solo nell'ottica di ciò che astrattamente veniva fissato come necessità. La frequenza con le realtà virtuali ha migliorato le nostre facoltà di percezione e analisi delle possibilità. C'è chi ha paura di queste nuove capacità, temendo che si perda la distinzione tra realtà effettiva e realtà sognata e congetturata, ma anche posto che sia così, proprio per questo è meglio conoscere i mondi possibili, abituarsi a pensarli e a capirne le relazioni con il mondo attuale.
Una società a misura di anziano di Miguel Gotor(Storico) Pace o guerra? Diremmo pace, ma forse è solo una speranza. Riscossa russa, avanzata cinese, tenuta europea, chiusura americana con India e Brasile che spingono in avanti dentro un mondo sempre più interconnesso e veloce. A colpi di pollice e non solo. La carta non sparirà, ma si moltiplicheranno le piattaforme di lettura digitali e le possibilità di poter usufruire di servizi virtuali che renderanno la nostra vita più semplice e affannosa. Vedremo meno tv, ma sarà di maggiore qualità e tematicamente indirizzata. Tre saranno i problemi centrali per la politica: la questione ambientale per i caratteri "neomanchesteriani" assunti dall'industrializzazione cinese e indiana, la questione dell'immigrazione e quella demografica in società industriali sempre più anziane e bisognose di servizi terziari.
La parola chiave sarà meritocrazia di Stefano Folli(Giornalista) Il prossimo decennio dovrà rimettere al centro il principio del "merito" nel lavoro, nell'attività intellettuale, nei servizi alla popolazione, nella produzione di beni, nella burocrazia statale. Varrà anche come strumento per fissare il discrimine tra progressisti e reazionari, perché solo chi non è conservatore saprà rischiare, accettando la sfida del merito. Che peraltro porta a un'altra parola chiave: competitività, intesa come programma essenziale in ogni settore dell'organizzazione sociale. Ci sarà bisogno di un riassetto delle istituzioni, cioè di un rinnovamento. Una questione come il nuovo Welfare, lasciata in eredità dal precedente decennio, tornerà in auge. Idem per quanto riguarda l'attuazione del federalismo in una chiave che non sia distruttiva dell'Unità nazionale sull'asse Nord-Sud.
Tra antiche sicurezze e nuove ambizioni di Irene Tinagli(Docente di economia) Il prossimo decennio vedrà esplodere le contraddizioni di un sistema in cui il desiderio di creatività e autoespressione ha pervaso gran parte della società ma ancora poco le istituzioni che la governano e l'economia. Col risultato di un divario crescente tra desideri, ambizioni e stili di vita da un lato e modi di educare, formare e gestire le persone in molti luoghi di lavoro dall'altro. Un divario che già mostra i primi segnali. Queste tensioni potranno avere due sbocchi: o stimolare un totale "rewiring" dei nostri sistemi lavorativi e istituzionali, generando un nuovo impulso espansivo, di grande produttività e innovazione, o restare frustrate e dar luogo a ripiegamento, ricerca di antiche sicurezze al posto di nuove ambizioni, aumento delle diseguaglianze.
Addio euro, tornano le monete nazionali di Lucio Caracciolo(Direttore di Limes) Nei prossimi dieci anni assisteremo con tutta probabilità all'accentuarsi della crisi dell'Occidente. Il vuoto che lascerà questa crisi sarà riempito da altri paesi, direi soprattutto Cina e Brasile. In Europa, invece, il progressivo disinteresse degli Stati Uniti sarà colmato dalla Russia, in tandem con la Germania. Si affermeranno micro e macro territorialismi e non è da escludere la messa in discussione dell'euro: potremmo avere due monete, un euro di serie A (legato ai paesi del Nord Europa) e un euro di serie B (nell'area mediterranea), oppure addirittura tornare alle monete nazionali. Ma questo scenario non è necessariamente negativo per noi: la redistribuzione della ricchezza in atto su scala globale, che ora ci penalizza, potrebbe aprire nuove opportunità e nuovi spazi per le nostre economie.
«Stare bene conviene» da slogan a realtà di Nerio Alessandri(Presidente Technogym) Si affermerà la consapevolezza collettiva dell'importanza della salute, dell'ambiente, e dell'informazione legata ai due temi. Si attribuirà un valore reale alla salute. Mentre nel decennio scorso il benessere era legato a una dimensione estetica e di relax, nel prossimo decennio avrà un valore reale e sostenibile. Si affermerà finalmente il concetto che stare bene conviene. Quindi la prevenzione assumerà un peso sempre più importante nella vita dei cittadini: fare sport, mangiare bene, vivere in un ambiente sano diventeranno parte naturale della vita dell'individuo. Maggiore tempo si dedicherà alla famiglia e quindi alla casa: se gli anni 00 esaltavano gli spazi della socialità allargata, quelli che verranno saranno più dedicati ai luoghi dell'intimità.
Vita in cohousing per i nuovi casalinghi di Elasti(Blogger nonsolomamma.com) Nei prossimi dieci anni la famiglia sarà un insieme più composito rispetto a oggi, più aperto, misto, democratico e fragile e meno longevo. I single saranno più numerosi perché sposarsi e avere bambini diventerà una delle tante strade possibili e stare soli non vorrà dire essere soli. Le aziende daranno il part time e congedi lunghi alle madri e ai padri, perché la genitorialità sarà un destino di coppia e lo Stato avrà capito che i bambini sono patrimonio collettivo e non privato, e che un Welfare sociale – di asili, scuole e servizi – giova alla società intera. Tra dieci anni nessuna donna perderà il lavoro perché incinta, e qualche uomo deciderà che «casalingo è bello». I trentenni avranno un lavoro e, siccome i genitori saranno stufi e la crisi passata, andranno a vivere da soli, in una comunità di cohousing a impatto zero.
Due miliardi di fedeli in più sulla scacchiera di Alberto Melloni(Storico e vaticanista) L'emersione degli ex paesi "emergenti" porta sulla scena mondiale due miliardi di nuove individualità che sono chiamate a confrontarsi con contesti e diversità religiose. Il Brasile si affermerà sempre di più come capitale del mondo pentecostale, mentre l'induismo, che ha già mostrato il suo volto violento nella persecuzione dei cristiani durante lo scorso decennio, come evolverà? E la filosofia confuciana, prevalente in Cina, che ha già dimostrato in passato di sapersi integrare in nuovi contesti, che direzione prenderà? Per quanto riguarda l'islam il vero nodo è capire se sarà in grado di recuperare la profondità teologico-spirituale che il fondamentalismo degli anni passati – inasprito da guerre che lungi dal combatterlo l'hanno alimentato – ha minato.(Testo raccolto dalla redazione)
Internet privato e più intelligente di Evgeny Morozov(Blogger neteffect.foreignpolicy.com) Il prossimo decennio vedrà la comparsa di Internet privati. Con questo termine mi riferisco al fatto che la nostra esperienza online diverrà su misura, sarà calibrata sulla base delle nostre scelte effettuate in precedenza, di ciò che ci piace e non ci piace. Se oggi la maggior parte dei siti Web nei quali navighiamo appare alquanto "stupida" – perché dall'altra parte non sanno chi siamo – la Rete del futuro sarà di gran lunga più intelligente. Digg non sostituirà la Cnn, ma è molto probabile che la pagina iniziale del sito della Cnn che vedrò io sarà differente da quella che vedrete voi; così come i titoli delle pagine che visiterò saranno in funzione delle raccomandazioni raccolte dal mio profilo su Facebook e dai miei amici su Twitter, proprio come i vostri saranno su misura di quelle raccolte dai vostri contatti.(Traduzione di Anna Bissanti)
Scatto di orgoglio per il libro cartaceo di Elisabetta Sgarbi(Regista e scrittrice) Sono tentata di lasciarmi andare al flaubertiano «sentimento del contrario», tutto sommato innocuo, credo. Un diavoletto di cartesiana memoria mi fa pensare, in nome di un malizioso sentimento, che forse nel decennio prossimo si assisterà a una specie di scatto d'orgoglio del libro di carta. E allora, il previsto tramonto del libro, così come lo abbiamo conosciuto sinora, si spegnerebbe come una candela e risorgerebbe, potenziato, il suo contrario, per la gioia di grandi e piccini. D'altra parte, chi ci assicura che i documenti digitali di oggi saranno leggibili tra un secolo? Chi è in grado, ora, di leggere un floppy disk di qualche anno fa?
Staminali, postgenomica e cure a misura d'uomo di Armando Massarenti(Giornalista) Le meraviglie della scienza verranno, in fisica, dalle nanotecnologie e, in biologia, dalla post genomica, dalla "vita artificiale" di Craig Venter e dalla medicina rigenerativa. Assisteremo a ricerche sempre più precise dei complessi meccanismi che portano dal Dna alle proteine, grazie a proteomica, epigenomica, metabolomica, energenomica. La medicina sarà sempre più ritagliata sulle caratteristiche genetiche di ciascuno. Il giapponese Yamanaka sarà al centro della rivoluzione rigenerativa. Le sue iPs (staminali pluripotenti indotte) sono capaci di ridifferenziarsi e di produrre tutte le cellule e i tessuti umani. È l'inizio della rivoluzione medica del XXI secolo. Obama lo ha capito e tra i suoi primi atti di governo ha tolto i divieti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle staminali embrionali imposti da Bush, proiettandoci nel futuro.
Il futuro è africano e reticolare di Anna Maria Artoni(Imprenditrice) Due sono le strade che vedo percorribili per l'industria italiana nel prossimo decennio. E la prima porta in Africa. Credo davvero che il Continente Nero possa rappresentare l'Asia del futuro, e grazie alla vicinanza geografica ma anche alla storia che ci lega, per l'Italia può essere una grande opportunità. La seconda strada riguarda un nuovo modello di impresa. Certo, la grande industria resterà cruciale per lo sviluppo economico dei paesi ma l'evoluzione delle Pmi, quella che potremmo definire lo sviluppo 2.0 delle piccole e medie industrie italiane, vede il passaggio dalle filiere a una rete di imprese: questo modello consentirebbe alle singole di mantenere un'autonomia finanziaria ma allo stesso tempo di avere la dimensione e la forza per dominare i mercati esteri.