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Cultura-Domenica Archivio

Quando il XXI secolo era bambino

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2010 alle ore 16:07.

Memoria 2000 e Oroscopo 2020. Analisi e previsioni su due decenni pronti a darsi il cambio.

Bentornato universalismo
di Franca D'Agostini (Filosofa)
L'idea migliore del decennio 2001-2010 è stata, io credo, la ricomparsa dell'universalismo, specie in ambito etico-politico. È apparso chiaro che un conto è la valutazione dei problemi globali sulla base di principi universalmente condivisi, e un altro conto è la pretesa totalitaria di risolverli sulla base di decisioni autoritarie. Totalitarismo e universalismo, ossia in ultimo: totalitarismo e filosofia, in precedenza uniti o addirittura identificati, finalmente hanno iniziato a disgiungersi. Il processo è lungo e non ancora compiuto: pensare il mondo non è facile. Probabilmente l'autore che più ha lavorato in questa direzione è Thomas Pogge. Proprio quest'anno sono apparsi da Polity Press il suo Politics as Usual e la raccolta Thomas Pogge and His Critics a cura di Alison M. Jaggar.

Democrazie fragili eppure resistenti
di Miguel Gotor(Storico)
Davanti al negozio del passato siamo come dei bambini col viso appiccicato a una vetrina di dolciumi: non sappiamo scegliere. E dunque procediamo onnivori: le vittime dell'11 settembre e gli attentati di Madrid e di Londra con in mezzo le guerre in Iraq e in Afghanistan, la morte di Saddam Hussein, ma Bin Laden ancora in fuga. Tutto ciò rivela la forza e la fragilità delle nostre democrazie e regala un'inquietudine sottile e continua, dentro un mondo fragile e sfuggente. Nel 2002 l'euro e poi l'allargamento verso Est sullo sfondo di una crisi economica e finanziaria globale che segna la fine delle illusioni liberiste e dell'arricchimento senza lavoro. Intanto la Cina galoppa senza diritti. Lula in Brasile, Obama negli Stati Uniti, la Merkel in Germania. Un operaio, un uomo di colore, una donna: la democrazia arranca, ma resiste. Domani chissà.

Tra localismo e globalizzazione
di Stefano Folli(Giornalista)
Il primo decennio del nuovo secolo ha visto l'Italia stretta nella tenaglia di localismo e globalizzazione. Il dilemma riguardava tutti i paesi progrediti, ma solo in Italia abbiamo avuto un fenomeno complesso come la Lega, prodotto di tale binomio. Negli anni trascorsi, peraltro, abbiamo superato il rischio della secessione e visto il federalismo diventare una bandiera politica. La questione meridionale è rimasta nel dibattito, ma a essa si è affiancata un'inedita e in parte irrisolta questione settentrionale. Nel frattempo lo Stato sociale ha imposto i suoi problemi: come immaginare un Welfare compatibile con le casse dello Stato e non produttore di nuove ingiustizie? La politica ha ruotato intorno al "bipolarismo", alla fine insoddisfacente. Così come le riforme istituzionali e strutturali.

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Tags Correlati: Angelina Jolie | Bin Laden | Brasile | Cina | Cultura | Emily Dickinson | Gilles Kepez | Giordano Bruno | Italia | Papa Giovanni | Russia | Saddam Hussein | Technogym

 

Creatività come bene comune e status sociale
di Irene Tinagli(Docente di economia)
Nell'ultimo decennio tutte le innovazioni tecnologiche degli anni Novanta sono penetrate nelle nostre vite, nel nostro tessuto sociale, nel nostro modo di comunicare e vivere. Il bisogno di creatività è passato dai laboratori di ricerca alle nostre vite, e da imperativo economico è diventato ethos collettivo, valore distintivo, status sociale. Non è ansia di distinguersi, edonismo, ma voglia di espressione, crescita e autorealizzazione. Quella stessa che ha fatto esplodere la domanda di intrattenimento, arte, musica, viaggi e apprendimento, e che ha guidato la rinascita delle città, dichiarate morte dai tecnocrati degli anni Novanta. Ma nonostante la creatività sia una caratteristica intrinseca di ogni essere umano, solo pochi sono riusciti a svilupparla e vederla valorizzata, e le disparità in molti paesi sono aumentate.

L'egemonia perduta del vecchio Occidente
di Lucio Caracciolo(Direttore di Limes)
Il decennio che si conclude ha reso evidente la crisi storica dell'Occidente nel suo complesso. Abbiamo assistito alla fine dell'egemonia degli Stati Uniti e al fallimento del progetto europeo, poiché si è capito che l'Europa non sarà mai un soggetto geopolitico unitario. Al tempo stesso è cresciuto il peso della Cina sullo scacchiere internazionale, non solo in termini di Pil e di ruolo politico, ma anche come modello da affiancare a quello occidentale: un modello di capitalismo selvaggio, con poco Stato sociale, a forte guida politica, che appare ad alcuni forse più appetibile ed esportabile del sistema occidentale. Due avvenimenti possono esemplificare questo processo: la guerra al terrorismo avviata dagli Stati Uniti dopo l'attentato alle Torri Gemelle (una reazione sbagliata alla perdita di egemonia), e le Olimpiadi di Pechino del 2008.

Vacanze e benessere, due buone conquiste
di Nerio Alessandri(Presidente Technogym)
Negli ultimi dieci anni i due fattori che più hanno condizionato il tempo libero in Occidente sono stati l'esplosione dei viaggi-vacanze e il benessere. Lo stile di vita delle persone è stato caratterizzato da un edonismo legato alla volontà di migliorare la qualità della vita individuale e famigliare. Questo ha coinciso con la rivoluzione rappresentata dai viaggi low-cost, che hanno permesso a molti di allargare i confini geografici del tempo libero. Quanto al benessere, il concetto al centro della scena di questi anni è quello di autoaffermazione. Tutto il wellness ruota intorno all'apparire e al sentirsi meglio per se stessi e per gli altri. Il benessere diventa una categoria che investe tutto: dalla casa alle vacanze. Nasce l'industria del relax: spa, massaggi, centri detox.

Il bambino biondo della famiglia corta
di Elasti(Blogger nonsolomamma.com)
Negli ultimi dieci anni la famiglia è stata coppia (etero e omo), mamma con bambino, genitori con tre figli di letti diversi, padre con bamboccione a carico. Una scelta sofferta, meditata, maturata ma libera. Si è invece impoverita di bambini perché crescere un figlio è rimasto un compito femminile. E la realizzazione è passata da un bambino biondo che ti chiama mamma, da un compagno che ti preferisce ad Angelina Jolie e dal lavoro. Per stare in equilibrio su questo filo bisogna fare delle rinunce, e molte donne hanno rinunciato alla sorella di quel bimbo biondo. Negli ultimi dieci anni gli uomini hanno scoperto il peso della responsabilità e l'arte del cambio del pannolino. Ma non è abbastanza: la famiglia degli anni 00 è un divano in cui qualcuno se ne sta spaparanzato sui cuscini e qualcun'altra accartocciata sul bracciolo.

La rivincita di Dio tra pericoli e paure
di Alberto Melloni(Storico e vaticanista)
Lo scorso decennio ha visto il compimento di un processo iniziato nel 1978 – con l'elezione di Papa Giovanni Paolo II in Italia e la nascita della Repubblica islamica in Iran – e definito da Kepez Gilles «la rivincita di Dio». La grande illusione degli anni 60 di confinare la religione a un fatto privato trova negli anni 00 la sua smentita ufficiale. Due sono i fenomeni che lo dimostrano più chiaramente: la vittoria del fondamentalismo religioso nell'Islam e il trionfo del cattolicesimo conservatore all'interno della politica americana che fa emergere un conflitto tra le diverse religioni del paese. In generale si fa strada durante tutto il decennio un'idea di religione intesa come esperienza più calda, che rigetta il sentimentalismo e privilegia un rapporto più neutrale ma partecipato con la religione. (Testo raccolto dalla redazione)

Tutti conquistati dalla veloce Wikipedia
di Evgeny Morozov(Blogger neteffect.foreignpolicy.com)
Il crowdsourcing è diventato di gran lunga l'ideologia più influente e predominante nell'innovazione a uno stesso tempo sociale e commerciale. Il successo di Wikipedia – un progetto che nella pratica funziona, nella teoria no – ha convinto anche i più scettici che il crowdsourcing merita quanto meno una chance. Di conseguenza, oggi molte aziende non hanno problema alcuno a proporsi in termini di piattaforma. Anche molte organizzazioni no-profit stanno sperimentando modalità di crowdsourcing per raccogliere le informazioni, incoraggiati da progetti come Ushahidi. La politica è stata meno ricettiva nei confronti di questa idea, benché l'ascesa dei Tea Party negli Usa lasci intuire che perfino i movimenti politici potrebbero trarne enormi vantaggi. Anche se talvolta, purtroppo, a discapito dell'opinione pubblica. (Traduzione di Anna Bissanti)

Ombre sulla Russia, parola di Sokurov
di Elisabetta Sgarbi(Regista e scrittrice)
L'artista che potrei dire ha segnato il decennio 2001-2010 è il regista e scrittore russo Aleksandr Sokurov, l'autore del film Arca russa. Sokurov è un rivoluzionario fedele alla tradizione del suo paese, immenso nella realtà e nella fantasia, che lo pensa e ripensa nell'arte. Arca russa è costituito da un unico piano sequenza di 96', girato in digitale: una folla di personaggi in costume vive l'Hermitage sotto lo sguardo di un fantomatico diplomatico. I personaggi si inoltrano nell'edificio, percorrono le sale, i corridoi e una voce fuori scena si interroga sul senso del tempo, sul destino che la madre Russia porta impresso su di sé, sui suoi figli di ogni epoca. Sokurov ha mutato il modo di vedere l'arte in relazione al cinema e alla storia.

Il Cervello grande come il Cielo
di Armando Massarenti(Giornalista)
Gli anni 90 erano il decennio del cervello ma l'esplosione della "neuro-mania" sarebbe arrivata dopo. Etica, psicologia, estetica, economia (behavioral economics ed economia sperimentale) hanno scoperto le delizie del prefisso neuro- e delle tecniche di imaging, che permettono di "vedere" dal vivo il cervello, le sue ragioni, emozioni e persino l'empatia dei neuroni specchio di Rizzolatti. «Il cervello è più grande del cielo», cantava Emily Dickinson, ripresa dal Nobel Edelman per il suo libro sulla coscienza. Ma anche il nostro cielo ora è più grande. Teorie delle stringhe e loop hanno alimentato il dibattito cosmologico, il fisico de Bernardis ha "pesato" l'universo e ne ha "fotografato" l'origine, mentre si moltiplicano le scoperte degli esopianeti e le probabilità di esistenza di altre forme di vita negli "infiniti mondi" preconizzati da Giordano Bruno.

Debutto internazionale per il Made in Italy
di Anna Maria Artoni(Imprenditrice)
Quello che è emerso in maniera forte nell'ultimo decennio è stata la capacità dell'industria italiana di penetrare i mercati internazionali. Su quattro milioni di prodotti venduti nel mondo, oggi 1 milione è made in Italy. Questo è stato possibile grazie alla capacità tutta italiana di coniugare il saper fare con l'innovazione. E la sfida richiesta dal decennio della globalizzazione – vinta da tantissime piccole e medie aziende del nostro paese – è stata quella di innovare e aprirsi al mondo. Solo chi ha saputo applicare genio e innovazione alla capacità manifatturiera e aprirsi ai mercati internazionali oggi è protagonista di un mercato globale. Grazie alla forza delle filiere, i vecchi distretti, si è assistito anche a un riscatto "culturale" dell'impresa italiana che è uscita da un ambito provinciale per confrontarsi con Cina, Brasile, paesi dell'Est, Stati Uniti. Certo, le piccole aziende – che ancora costituiscono la spina dorsale del nostro paese – hanno subito più delle altre la grande crisi economico-finanziaria. Le imprese sono state spesso

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