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Cultura-Domenica Musica

A fine anno torna Umbria Jazz Winter. Ecco le anticipazioni del programma

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 22:49.

La diciottesima edizione di Umbria Jazz Winter, sorella invernale dell'Umbria Jazz di luglio, si svolgerà a Orvieto dal 29 dicembre 2010 al 2 gennaio 2011: cinque giorni a cavallo di Capodanno secondo una consuetudine ormai consolidata. Il programma sarà presentato ufficialmente il 15 dicembre presso la Casa del Jazz di Roma, ma già si leggono abbondanti informazioni sul web e circolano fra gli appassionati più tenaci le prime brochure con l'elenco dettagliato dei concerti.

Prima di parlarne, è il caso di fare una piccola storia di questo festival, nato nel 1993 quando l'Umbria Jazz estiva di Perugia aveva vent'anni, e nato come un audace colpo di testa sulla cui riuscita pochi avrebbero scommesso una pur modesta somma delle vecchie lire. Cerchiamo di ricordare. La notizia del progetto precedette di pochi mesi la sua realizzazione e sollevò non poche obiezioni. Il periodo, prima di tutto. In quei giorni, si disse, la gente va a sciare oppure a godere il mare d'inverno, e chi non può permettersi questi piaceri se ne sta a casa in riposo e/o in godurie gastronomiche. Orvieto è bellissima con le sue strade, le chiese, le torri, i vicoli misteriosi e silenti, il Duomo maestoso. Ha sale pregevoli (il Teatro Mancinelli allora appena riaperto, la Sala dei 400 nel Palazzo del Capitano del Popolo, il Museo Emilio Greco dall'acustica incredibilmente perfetta e altre ancora) ma è piccola, non è in grado di ospitare un festival musicale e via di questo passo. Contro-obiezioni: Umbria Jazz Winter sarà la sorella minore di Umbria Jazz Summer. Ne costituirà il lato culturale in una fase in cui d'estate sono sempre più necessarie soluzioni di compromesso per attirare il grande pubblico. Fra la sorpresa generale, si vide subiro che la scommessa sarebbe stata vinta. Gli spettatori arrivarono numerosi sulla incantevole rocca di tufo, e si capì che erano spettatori consapevoli come si era sperato.

Un po' alla volta, la manifestazione di Orvieto assomigliò sempre più, nella struttura musicale, a quella di Perugia: concerti da mezzogiorno a notte fonda, parate stradali, musicisti in residenza scelti fra nomi noti e mediatici, qualche ripetizione fin troppo insistita. Ma dopo diciott'anni continua a "tenere". E molti sono ormai gli aficionados che non ne hanno mai mancata una, dalla prima edizione o dal momento in cui l'hanno scoperta.

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Tags Correlati: Brass Band | Charles Mingus | Danilo Rea | Enzo Pietropaoli | Fabrizio De André | Musica | Orvieto | Perugia | Quintorigo | Renato Sellani | Rossano Sportiello | Stefano Mincone

 

Veniamo al programma di questa fine d'anno. Il primo botto è alle 21 del giorno 29 al Teatro Mancinelli con il duo pianistico di Chick Corea e Stefano Bollani. In alternativa, nella Sala dei 400, si possono ascoltare i Four Others di cui fanno parte, fra gli altri, Harry Allen e l'italiano Rossano Sportiello, seguiti dalla Brass Band di Ray Anderson e Lew Soloff. Intorno a mezzanotte (‘Round Midnight, come si usa dire) si può scegliere fra il quintetto di Roberto Gatto e i Feelings di Ray Brown. Dal 30 dicembre in poi bisogna citare soltanto i concerti salienti e non già ascoltati: il pianista Danilo Rea che interpreta musiche di Fabrizio De André; il concerto multimediale con Enzo Pietropaoli nella Chiesa del Carmine; la Brass Bang di Paolo Fresu e Gianluca Petrella. Il 31 si notano il trio di Joe Locke, Dado Moroni e Roberto Giuliani; il trio di Alfredo Rodriguez; i Quintorigo che suonano musiche di Charles Mingus con la voce di Maria Pia De Vito; il chitarrista Stefano Mincone. Il giorno di Capodanno viene celebrato dal Quintetto di Dee Alexander e nel pomeriggio dalla tradizionale Messa della Pace in Duomo con la partecipazione del coro Gospel dei Selvy Singers. Il 2 gennaio il festival si conclude, al Teatro Mancinelli, con una carrellata musicale dei vincitori (tutti italiani) del referendum annuale della rivista Musica Jazz. L'intramonabile pianista Renato Sellani, infine, può essere apprezzato ogni giorno col suo trio, perfino due volte, nel centralissimo Palazzo dei Sette.

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