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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2010 alle ore 18:49.
PARIGI – Inesauribile Picasso. A pochi giorni della scoperta (e del sequestro da parte della polizia) di 271 inediti del maestro, in possesso di Pierre Le Guennec, elettricista al suo servizio negli ultimi anni di vita, spuntano ancora nuove opere e ricordi dell'imprevedibile artista. Che dovevano essere venduti in un'asta attesissima a Parigi, fissata per domani all'hotel Drouot. Ma all'ultimo momento è stata rinviata a data da destinarsi. Anche questa volta sono gli eredi diretti di Picasso, il figlio Claude in testa, ad aver domandato il blocco della vendita per accertare la provenienza di diversi pezzi.
La storia dell'elettricista di Picasso
Stavolta non si tratta dell'elettricista, ma dello chauffeur e uomo tuttofare, che lavorò per Picasso ancora in quegli ultimi anni da lui trascorsi nelle sue dimore in Costa azzurra e dintorni, dal 1967 al ‘73. Il suo nome, Maurice Bressenu. A lui (e questo è accertato) Picasso era molto legato, cosi' da chiamarlo «Nounours» (in francese, orsacchiotto), come pure alla moglie di Maurice, Jacqueline. Alla coppia Picasso regalò tanti oggetti, in parte venduti dalla coppia quando ancora erano in vita (Maurice è morto nel 1991 e Jacqueline l'anno scorso). Quello che è rimasto, invece, doveva andare all'asta domani.
Stavolta le opere sono firmate
La differenza con l'elettricista è che in gran parte dei casi le opere di Picasso sono stavolta firmate e datate dallo stesso artista e, in certi casi, addirittura dedicate al nostro Nounours. Si tratta in tutto di un centinaio di oggetti e libri appartenuti al maestro (anche una copia della «Cronique des temps héroïques» di Max Weber, con illustrazioni di Picasso), oltre a foto e soprattutto ceramiche, disegni e dipinti dello stesso artista. Come due tele, entrambe del 1956, «Paul en costume de toréador» e «Paloma à la poupée», che erano state rispettivamente stimate, per un possibile prezzo di partenza, fra i 30 e i 50mila euro e tra i 20 e i 40mila. Stupendo pure il disegno di un «orso in costume di festa», all'inchiostro rosso. Oppure oggetti curiosi, quali due orologi, che sarebbero stati portati dal maestro e che riportano le lettere di Pablo Picasso al posto delle ore.