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Cultura-Domenica Libri

Il Nobel per la Pace a una sedia vuota. Siti oscurati in Cina

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2010 alle ore 12:38.

Il Nobel per la Pace 2010 è stato deposto su una poltrona vuota. Il premiato, il dissidente cinese Liu Xiaobo è detenuto nel suo paese dove sconta 11 anni di carcere con l'accusa di sovversione, è stato sostituito dall'attrice Liv Ullmann che ha letto un suo testo: «Non ho nemici e non covo odio nessuno dei poliziotti che mi sorveglia e dei magistrati che mi hanno condannato è mio nemico, l'odio può marcire grazie all'intelligenza e alla coscienza di una persona.Credo fermamente che il progresso politico della Cina non si fermerà e guardo pieno di ottimismo all'avvento di una futura Cina libera».

Sono 19 i paesi che hanno disertato la cerimonia. All'ultimo hanno deciso di presenziare i rappresentanti di Colombia, Serbia e Ucraina, ma Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Cuba, Egitto, Filippine, Iraq, Iran, Kazakhstan, Marocco, Pakistan, Russia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Venezuela e Vietnam si sono uniti alla Cina nel boicottaggio. All'ultimo ha disertato la cerimonia anche l'Autorità nazionale palestinese.

Obama: «Xiaobao merita il Nobel più di me»
Il presidente americano ha chiesto la liberazione di Liu Xiaobao, dicendo che rappresenta «valori universali». Obama ha anche affermato che il Nobel al dissidente cinese è più meritato del suo.

Dalla Ue appello per la liberazione
L'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza della Ue, Catherine Ashton, è tornata oggi a chiedere la «liberazione immediata» del dissidente cinese in occasione della Giornata internazionale per i diritti umani: «In questo giorno consacrato ai paladini dei diritti umani in tutto il mondo il mio pensiero va a Liu Xiaobo, in prigione per aver espresso pacificamente il proprio punto di vista sulle riforme politiche in Cina. Ribadisco la mia richiesta per la sua immediata liberazione».

In Cina proteste blindate. Siti oscurati
Oltre cento persone hanno manifestato davanti alla sede dell Nazioni Unite a Pechino, in occasione della giornata mondiale dedicata ai diritti dell'Uomo, a poche ore dalla consegna simbolica a Oslo del Nobel della Pace. «C'era un nutrito gruppo di persone davanti alla nostra sede», ha dichiarato un responsabile dell'Onu, sottolineando che erano «molti di più rispetto agli anni passati, in occasione della giornata mondiale dei diritti dell'Uomo». Sul posto sono intervenuti diversi veicoli delle forze di sicurezza.

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La Cina contro Liu Xiaobo: 19 paesi assenti alla consegna del Nobel per la Pace. E saranno 100

La Cina contro Liu Xiaobo: 19 paesi assenti alla consegna del Nobel per la Pace. E saranno 100

Diciannove paesi saranno assenti alla cerimonia di consegna del premio Nobel per la Pace in

Il mondo di Liu Xiaobo

Tags Correlati: Bbc | Catherine Ashton | Cnn | Cultura | Global Times | Liu Xia | Liu Xiaobao | Liu Xiaobo | Liv Ullmann | Norvegia | Onu | Partito Comunista | Pechino | Xinhua

 

I servizi televisivi trasmessi sulla vicenda da Bbc, Cnn e altri network stranieri risultano oscurati mentre sul web la censura è pressochè totale: i siti delle stesse testate sono irraggiungibili da giovedì, quello della Commissione per il Premio Nobel è bloccato da settimane. Gli internauti cinesi non possono cercare sui motori di ricerca né scrivere sui social-network due parole: sedia vuota e Oslo.

Ma Pechino non ha messo in campo solo misure di sicurezza virtuali: in città si vedono molte più pattuglie di polizia del solito, soprattutto in zone sensibili come piazza Tien An Men. Numerosi poliziotti in borghese presidiano la casa dove due mesi fa la moglie di Liu Xiaobo, Liu Xia, è stata sottoposta agli arresti domiciliari subito dopo l'assegnazione dell'onorificenza e le forze dell'ordine hanno allontanato un gruppo di diplomatici tedeschi che voleva incontrare la donna.

La strategia di queste ore consiste nell'abbassare il volume delle interferenze straniere e aumentare al massimo quello della propaganda: «Oggi in Norvegia andrà in scena una farsa intitolata «La Cina sotto processo» - si legge nel numero in edicola stamattina del quotidiano cinese Global Times-, mentre l'opinione pubblica occidentale non cessa di congratularsi con la giuria del premio Nobel. Stanno tentando di imporre alla Cina valori stranieri, cercano di descrivere l'imbarazzo cinese ma, per quanto siano forti le opinioni dell'Occidente, non riusciranno a imbrogliare il popolo».

«L'assegnazione del premio a Liu Xiaobo dimostra le sinistre intenzioni dell'Occidente- si legge in un editoriale del Quotidiano del Popolo- e se quei pochi galantuomini che stanno ad Oslo, godendo dell'appoggio di alcune potenze occidentali, pensano di ottenere un applauso per via della fama che circonda il Premio Nobel, si sbagliano di grosso!». «Liu Xiaobo ha incitato al rovesciamento del sistema socialista e della legittima dittatura democratica del popolo, che è sotto la guida del Partito Comunista Cinese» dice l'esperto di diritto penale Gao Mingxuan in un'intervista all'agenzia di stato Xinhua, ampiamente ripresa da tutti i media. «Le sue parole sono dannose per la società e oltrepassano il limite della libertà d'espressione. Se il popolo cinese agisse in base al suo pensiero, la nazione andrebbe sicuramente incontro a guerre e conflitti, verso la distruzione di quella pace che la Cina ha conquistato in anni di sforzi pesantissimi».

Ritratto di Liu Xiaobo
Liu Xiaobo 54 anni, professore di letteratura, ex della protesta di Piazza Tien an Men, è stato incarcerato il giorno di Natale per avere ideato e promosso il manifesto «Carta 08», nel quale si chiedeva una riforma in senso democratico dello stato cinese e l'abolizione del regime a partito unico. Anche i fratelli di Liu, come la moglie Liu Xia, sono stati trattenuti dalle autorità. Nessuno dei familiari potrà essere presente a Oslo per ritirare il premio di 1,25 milioni di euro.

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