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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2010 alle ore 08:22.
L'occasione è davvero da non perdere. Jean-Marc de La Sablière, ambasciatore di Francia in Italia, ha deciso di fare un bellissimo regalo urbi et orbi: spalancherà a tutti, per quattro mesi, le porte della sua casa romana. Attenzione, non stiamo parlando di una casa qualsiasi: stiamo parlando del palazzo rinascimentale più spettacolare e inaccessibile di Roma. Parliamo di Palazzo Farnese.
La circostanza di questa lunga apertura straordinaria è legata a un felice genetliaco: i cento anni di acquisizione da parte della Francia del palazzo romano (1911-2011), immobile che venne poi venduto all'Italia nel 1936 rimanendo sede dell'ambasciata francese.
Per onorare l'italianità del palazzo – costruito e decorato per una famiglia italiana da architetti e pittori italiani (Sangallo, Michelangelo, Vignola, Salviati, Zuccari, Carracci) – l'ambasciatore de La Sablière non si è limitato ad aprire il portone. Ha voluto organizzare una mostra unica e irripetibile (curata da Roberto Cecchi e Francesco Buranelli e organizzata da Civita), chiamando a raccolta 150 capolavori tra dipinti, sculture, disegni, monete, cammei, arazzi e mobili per raccontare i fasti del celebre (e oggi disperso) Museum Farnesianum e narrare la storia del palazzo romano dalla sua fondazione all'istituzione del l'ambasciata.
Il deux ex machina di Palazzo Farnese fu un uomo dall'intelligenza e dalla spregiudicatezza fuori dal comune. Al secolo si chiamava Alessandro Farnese ma alla storia è passato col nome da papa: Paolo III. Nato da una stirpe di piccolo cabotaggio originaria di Farnese nel Lazio settentrionale ma fermamente intenzionato a sollevare la propria schiatta al pari delle grandi casate romane, Paolo III Farnese usò ogni mezzo per raggiungere il suo scopo, abbondando coi mezzi illeciti. Non esitò, ad esempio, a gettare tra le braccia del cardinale Rodrigo Borgia la sua avvenente sorella Giulia, una delle donne più belle del suo tempo. E quando il Borgia venne eletto papa con il nome di Alessandro VI (1493), il Farnese divenne automaticamente segretario apostolico, protonotario, tesoriere pontificio, cardinale diacono e arcivescovo di Benevento. Non era la carriera ecclesiastica, tuttavia, ad assillare il cardinale. Accortosi che la sua famiglia rischiava d'estinguersi a causa di morti premature e matrimoni sterili, il cardinal Farnese prese energicamente in mano l'iniziativa. Trovò un'amante calda e affettuosa (Silvia Ruffini) e con lei procreò quattro piccoli Farnese, tre maschietti (Pier Luigi, Paolo, Ranuccio) e una femminuccia (Costanza).